No ad allarmismi inutili per la città di Aosta su valanga Château Blanc

L’Assessorato alle opere pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica rende note alcune considerazioni da parte dei tecnici di Fondazione Montagna sicura, in servizio presso l’Ufficio neve e valanghe della Regione Autonoma Valle d’Aosta in merito alla valanga che intorno al 11-12 gennaio (più di 10 giorni fa) si è staccata dal ghiacciaio dello Chateu Blanc in Valgrisenche.

Il grande lastrone, distaccatosi in seguito alle abbondanti nevicate che in quei giorni hanno apportato più di un metro di neve fresca nella zona, è ancora visibile da Aosta, che gode di un ottima vista sul suddetto ghiacciaio, in quanto non ci sono state altre nevicate in grado di ricoprire la zona di distacco: tuttavia si vuole sottolineare che non incombe affatto su Aosta, come si legge sul web e che non c’è preoccupazione alcuna da parte dei tecnici addetti ai lavori.

Il distacco della valanga, verificatosi a quota 3100 m, per un ampiezza di circa 500 m ed uno spessore di 2-3 m, è avvenuto per via del carico da neve fresca ventata unitamente alla presenza di un piano di scorrimento (ghiacciaio o neve vecchia di inizio stagione) che ha facilitato la propagazione della frattura. La collocazione del pendio a nord-est (sottovento in quei giorni), la presenza di un ampio plateau a monte, perfetto serbatoio di neve fresca che il vento può facilmente erodere e depositare sul pendio sottovento e la poca pendenza (circa 25-30°) sono gli ingredienti tipici che hanno portato alla formazione di un grande accumulo e della conseguente valanga a lastroni.

Questa valanga non è mai stata documentata nello specifico, anche se negli anni diversi altri eventi sono stati segnalati sullo Château Blanc, e anche questo fenomeno valanghivo verrà registrato dai tecnici dell’Ufficio neve e valanghe, come ogni evento di una certa dimensione, nel Catasto regionale valanghe, con tanto di perimetrazione e tutti i dati relativi.

Per concludere non si tratta di un anomalia e non è possibile allo stato attuale fare dei collegamenti tra questo fenomeno valanghivo e la riduzione dello spessore del ghiacciaio, né tanto meno con i cambiamenti climatici.