La Cgil chiede di riformare il sistema sanitario lucano

“Per la sanità lucana servono scelte coraggiose che, superando i campanilismi, “la politica del consenso” nonché le singole rivendicazioni territoriali diffuse, riescano non solo a mettere in sicurezza il sistema da un punto di vista degli equilibri economici e dei tetti di spesa, ma soprattutto abbiano la capacità di efficientare l’intero sistema della rete ospedaliera e dei servizi territoriali con l’unico obiettivo di offrire ai cittadini servizi di qualità a tutela del diritto alla salute. Questo significa che è necessario riprogettare l’intero sistema sanitario lucano all’interno di una sfida che abbia al centro il diritto alla salute dei cittadini cercando anche di non disperdere le importanti risorse già destinate ad investimenti strutturali che vanno necessariamente potenziati con il capitale umano, risorsa oggi maggiormente critica che i blocchi del turn over e i tagli ai fondi sanitari hanno nei fatti depotenziato”. Lo dichiara Roberta Laurino, segretario generale Fp Cgil Basilicata. “Una sfida così importante ci impone una riflessione seria su come riorganizzare, riqualificare e potenziare l’intero sistema provando, nel contempo, a rilanciare e a creare nuovi centri di eccellenza che possano far diventare la Basilicata punto di riferimento non solo per il soddisfacimento di un fabbisogno di salute che superi i confini regionali, ma anche per convincere i nostri cittadini, che preferiscono curarsi in altre regioni, ad affidarsi al sistema sanitario lucano migliorando così il dato estremamente negativo della emigrazione sanitaria. Un sistema che dovrà essere sempre più convincente non solo in termini di efficienza, ma anche di qualità delle cure, delle tecnologie impiegate e delle risorse umane che rappresentano il vero patrimonio su cui è necessario un grosso investimento Così come sarà necessario, all’interno di un sistema integrato tra le varie aziende sanitarie, dove bisognerà sempre di più puntare sul modello dei dipartimenti interaziendali, investire sul territorio evitando duplicazioni di specialistiche che di certo non ci aiutano a mantenere alti i tassi di occupabilità dei posti letto, considerato che gli indicatori di appropriatezza organizzativa e di qualità della assistenza sanitaria incideranno molto sulla sostenibilità dell’intero sistema. E’ evidente che, in questo contesto non possiamo permetterci di creare nuove sovrastrutture inutili e funzionali solo ad istanze corporative tese a conferire nuovi incarichi, in danno dei reali bisogni di salute dei cittadini. E’ il caso della ipotizzata creazione del “Centro Regionale Emergenza Urgenza 118 di Basilicata”, che rappresenta, tra l’altro un ingiustificato ritorno al passato. Come già ribadito in altre occasioni, come FP CGIL siamo fortemente contrari a questa modalità di riordino del servizio di emergenza urgenza che, tra l’altro, va in direzione opposta e contraria rispetto ad un sistema sanitario regionale che dovrebbe sempre più essere orientato a costruire un sistema di reti e connessioni tra le diverse aziende sanitarie attraverso i dipartimenti interaziendali e regionali. L’attuale sistema di emergenza urgenza 118 è inserito all’interno del sistema sanitario regionale direttamente nell’ambito delle due aziende sanitarie: un sistema organizzativo coerente con le esigenze territoriali in un ottica di razionalizzazione e gestione del personale più ampia che consente di fatto una evidente ottimizzazione dell’utilizzo del personale. Il Servizio di emergenza Urgenza deve essere certamente riorganizzato e potenziato, ma tale riorganizzazione non ha assolutamente bisogno di passare attraverso la creazione di un nuovo ente pubblico, nel quale moltiplicare funzioni direzionali, a partire dal Direttore generale , fino a quello amministrativo e sanitario, con la conseguente impossibilità di utilizzare il personale in un’ottica unitaria all’interno delle due aziende sanitarie. Continuiamo a non comprendere quali siano le reali ragioni per cui si vuole costituire l’ennesimo carrozzone. Altro che stazione unica appaltante! Da un lato si esaltano le scelte di razionalizzazione e dall’altro si procede nella direzione della proliferazione di nuovi enti! I guasti che si determinerebbero con una struttura ad hoc del 118 si riverbererebbero sull’intero sistema sanitario regionale minandone la sostenibilità. Se si vogliono fare riforme e si vuole efficientare il sistema dell’emergenza urgenza si parta da una migliore articolazione delle postazioni del 118 sul territorio integrando al loro interno i medici di continuità assistenziale. Non vorremmo che dietro la parola “riforma” si annidino altri interessi: ecco perché, quando si parla e si fanno annunci in merito alla riforma della sanità, occorre chiarezza ed un ampio confronto sulle ragioni e su quali obiettivi si vogliono perseguire. Come FP CGIL chiediamo che si apra subito il confronto al tavolo regionale per discutere della riforma del sistema sanitario lucano, una riforma che necessità di una riflessione seria e di scelte coraggiose”.