L’Autorità Idrica Toscana sostiene un dottorato di ricerca dell’Università di Pisa

“Sottolineo l’importanza di questa iniziativa in ragione della direttiva comunitaria 2000/60 che impone obblighi puntuali sulla tutela e sul miglioramento dei corpi idrici: il dottorato di ricerca sostenuto da AIT va in quella direzione”.

L’assessore Federica Fratoni con queste parole commenta l’iniziativa dell’Autorità Idrica Toscana che ha deciso di sostenere un dottorato diacqua ricerca dell’Università di Pisa, organizzato dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, dal titolo “Controllo dei contaminanti emergenti nel comparto del ciclo integrato delle acque”.

Lo scopo della borsa di dottorato è quello di studiare scientificamente e analizzare alcuni problemi emersi recentemente in ambito regionale, in relazioni ad alcuni microinquinanti emergenti, come il tallio a Pietrasanta, l’amianto nella zona pistoiese e i fitosanitari nelle zone a più alta intensità di coltivazioni agricole.

Tale impegno scientifico mira a suggerire azioni di intervento per risolvere, o quantomeno mitigare, certi problemi che riguardano tutti i comparti del sistema acquedottistico: approvvigionamento, potabilizzazione e distribuzione.

Tutto ciò serve anche per corrispondere ad eventuali nuovi limiti che potranno venire dalla normativa europea che, proprio ultimamente, ha aggiornato la direttiva sulla sorveglianza delle nuove sostanze da tenere sotto controllo in relazione all’acqua potabile.

La maggior parte dei contaminanti emergenti notati nel ciclo idrico integrato non è stata infatti ancora normata e molti di questi componenti sono ancora in fase di studio e valutazione scientifica. Si tratta di sostanze presenti in concentrazioni molto basse che derivano dai trattamenti di potabilizzazione delle acque (i cloriti), dall’incremento dell’uso di prodotti per l’igiene personale, dall’uso di farmaci o dall’abuso di droghe.

Tramite questo studio negli anni si potranno dunque individuare le fonti delle contaminazioni per ridurne l’entità nelle acque superficiali e di falda; specificare i trattamenti di rimozione più appropriati per tali sostanze, potenziando così i tradizionali trattamenti di potabilizzazione; sperimentare trattamenti più selettivi ed efficaci.