Pistoia, per la morte di Cadria Cappelli arrestata la badante romena

Il giallo di Pracchia ha trovato risoluzione in poche ore. La Procura di Pistoia, in base alle indagini coordinate dal sostituto procuratore Claudio Curreli e condotte dai militari della Stazione Carabinieri di Campo Tizzoro, ha emesso un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, nei confronti di una romena di 61 anni, badante di Cadria Cappelli, la signora deceduta, e del coniuge, per maltrattamenti di persone affidate alla propria cura con l’aggravante che dal fatto è derivata la morte della vittima.

Le indagini erano state avviate dai Carabinieri partendo dalle dichiarazioni rese da una coppia di villeggianti che, occupando per un breve periodo un appartamento adiacente a quello dei due anziani, avevano in più occasioni udito grida e in qualche caso assistito dall’esterno ad atti e gesti compiuti dalla persona che accudiva la coppia, che potevano configurare il reato di maltrattamenti.

La Procura ha autorizzato l’esecuzione di una intercettazione ambientale, che eseguita nell’abitazione dell’anziana per qualche giorno della scorsa settimana fino al suo decesso, ha fornito preziosi elementi sulle modalità con le quali la badante si occupava dei due coniugi, i quali non essendo autosufficienti non potevano opporre alcuna resistenza alle vessazioni della donna, che avvenivano sia sotto forma di ripetute grida, minacce ed ingiurie sia verosimilmente mediante percosse. L’adozione del fermo è stata presa dopo la morte della novantenne, ma bisognerà aspettare gli esiti dell’autopsia e degli altri esami richiesti dalla Procura per avere ulteriori conferme che il decesso possa essere direttamente posto in relazione ai maltrattamenti o che questi siano da considerare una concausa della morte.

Sequestrate anche diverse confezioni di medicinali fra cui sedativi che potrebbero essere stati somministrati in modo difforme dalle prescrizioni ai coniugi, allo scopo di poter garantirsi una maggiore libertà senza essere disturbata dalle due vittime. La donna, che dagli ultimi accertamenti svolti dai militari era in procinto di lasciare l’Italia per tornare nel suo paese, fatto questo che ha ulteriormente accelerato l’adozione del provvedimento restrittivo, è stata condotta presso il carcere di Sollicciano dove sarà interrogata nei prossimi giorni.