Da sx Mirabella, Bertaccini, Davino, Lapidot, Polizzi e Giuffrida La sala convegni del PalaAgrisicilia (presso Promoter Group a Vittoria) ha fatto da cornice alla giornata conclusiva del 1° International Symposium on Tomato Genetics for Mediterranean Region, il convegno organizzato dal mensile Agrisicilia per discutere di genetica, difesa fitosanitaria, tracciabilità e sicurezza alimentare del pomodoro con alcuni tra i massimi esperti italiani e israeliani. Dopo la prima giornata di studi dedicata agli scenari futuri del pomodoro e delle sementi di qualità, che ha fornito ai professionisti e agli addetti ai lavori numerosi spunti di riflessione sulle tendenze del mercato e sulle direzioni di ricerca intraprese dalle aziende sementiere internazionali, gli interventi di oggi si sono concentrati sul tema della difesa fitosanitaria. Ne hanno parlato gli italiani Luciano Trentini (Foodis, vicepresidente del gruppo di esperti “Qualità e Promozione” della Commissione europea) Antonia Carlucci (Università di Foggia), Walter Salvatore Davino (Università di Palermo), Alberto Lipparini (Assosementi), Assunta Bertaccini (Università di Bologna), Francesco Giuffrida (Università degli Studi di Catania) e l’israeliano Moshe Lapidot (Institute of Plant Sciences Volcani Center). In particolare Trentini, nel suo intervento su “La produzione del pomodoro in Italia, in Europa e nel Bacino del Mediterraneo”, ha messo in evidenza le difficoltà di operare su un mercato saturo, che può crescere solo per mezzo della diversificazione e dell’aumento della qualità. Il fondatore di Foodis ha collegato le patologie all’economia: ogni anno le virosi “falciano” il 10-15% della produzione complessiva. La competitività passa, dunque, attraverso il lavoro dei genetisti e la loro capacità di creare varietà più resistenti. Alberto Lipparini ha affrontato il tema de “Il miglioramento varietale e la tracciabilità delle produzioni strumenti imprescindibili per una orticoltura di qualità” portando l’esempio del progetto “Road to quality”, certificato, rivolto a sementieri e vivaisti. Antonia Carlucci ha compiuto un’ampia carrellata sulle “Principali patologie fungine e batteriche del pomodoro dal vivaio al campo”, analizzando i sintomi, l’epidemiologia, ma anche le misure di prevenzione e la lotta agli agenti patogeni, in gran parte affidate a un’attenta osservazione dell’agricoltore e valutazione dei tecnici. Walter Salvatore Davino, nel suo intervento su “Le principali virosi del pomodoro in Sicilia”, ha focalizzato l’attenzione su una decina di virus attivi nell’isola e in particolare nel ragusano, lanciando l’allarme per un nuovo agente patogeno noto come Southern Tomato Virus, che produce lievi danni ma aumenta la vulnerabilità delle piante ad altri virus. Nella sessione pomeridiana, il docente universitario ha analizzato in particolare il caso del cosiddetto “Mosaico del Pepino”, un virus a bassa variabilità diffuso a macchia d’olio in Sicilia tra il 2011 e 2013 da incaute talee. Moshe Lapidot (“Genetic resistance to TYLCV – from disease identification to gene discovery”), in premessa ha presentato la struttura e le attività del Volcani Center, il più grande centro di ricerca agricola in Israele. Entrando in argomento, il ricercatore israeliano ha tracciato una breve storia del Tomato yellow leaf curl virus (TYLCV) veicolato dalla mosca bianca e ha illustrato come si è giunti per via di ibridazioni a isolare la linea di resistenza TY172. Un caso di successo della genetica, questo, nella lotta impari contro uno dei virus che provoca più danni alle colture di pomodoro. Assunta Bertaccini (“Phytoplasmas and other bacteria threatening tomato production”) ha analizzato le differenze, i sintomi e la diffusione geografica dei fitoplasmi e dei batteri, illustrando i relativi protocolli di trattamento per le piante. Nel caso dei batteri, che non sono veicolati da insetti, per impedire il contagio è necessario estirpare le colture e mantenere puliti l’acqua, l’ambiente e gli arnesi di lavoro . Francesco Giuffrida ha spostato l’attenzione sul tema della “Fertirrigazione del pomodoro fra attualità e innovazione”, auspicando l’uso di metodi e tecnologie già note di distribuzione ottimale delle sostanze nutritive con l’acqua di irrigazione per aumentare le rese. Si tratta di tecnologie di collaudata efficacia, ma spesso inapplicate, a vantaggio di soluzioni più costose e più pubblicizzate. Le relazioni sono state intervallate dalle sessioni autogestite dalle aziende Vilmorin, Med Hermes, Valagro, Bio Ferm, Manica Spa che hanno presentato i loro prodotti di punta e le nuove varietà di pomodori, destinate prossimamente alle nostre tavole. Anche l’azienda ospitante, la Promoter di Gianni Polizzi ha presentato le attività e le società del gruppo, che spaziano dalla consulenza per le aziende agroalimentari alla formazione, dal controllo della qualità alla sorveglianza sanitaria. Al termine i rappresentanti di Veronafiere hanno illustrato le novità della 112° edizione di “Fieragricola”, in programma a Verona dal 3 al 6 febbraio prossimo. Il 1° International Symposium on Tomato Genetics for Mediterranean Region, dunque, va in archivio con un bilancio assai positivo. In primo luogo per l’altissimo profilo scientifico degli interventi che ha consentito a circa 240 partecipanti in rappresentanza di numerose aziende del settore di conoscere le novità e le tendenze di un mercato in continua evoluzione ma anche le best pratices e i passi in avanti compiuti dalla ricerca genetica nel miglioramento varietale e nella difesa dalle malattie fungine e batteriche del pomodoro. Secondariamente per la contestuale inaugurazione del primo Centro convegni in Italia dedicato interamente all’Agricoltura e l’idea innovativa di un evento formativo di eccellenza, non più gratuito ma riservato a professionisti e aziende. Infine, per l’efficienza della macchina organizzativa messa in piedi da Agrisicilia e Promoter group, impeccabile nella gestione degli aspetti logistici e operativi. Nei saluti finali Massimo Mirabella, direttore del mensile Agrisicilia, ha dato appuntamento al 2° International Symposium, anticipando fin d’ora che la prossima edizione vedrà la presenza a Vittoria di ricercatori e aziende provenienti dalla Turchia.
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