Mezzago, ufficialmente nullatenente aveva un milione e 400 mila euro in contanti

L’uomo era il titolare di fatto di un’azienda per la quale non aveva mai pagato le tasse. Possedeva una serie di immobili e aveva un milione e 400 mila euro in contanti nascosti in un caveau occultato dietro l’ascensore di un ristorante. Il “fantasma” si ritrova indagato dalle Procure di Monza e Milano. A scoprirlo, i militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Milano in collaborazione con il gruppo e la Procura della Repubblica di Monza.

Si tratta di un imprenditore brianzolo di Mezzago, già condannato in passato per bancarotta fraudolenta e reati fiscali, che, grazie ad una serie di escamotage, era riuscito a rimanere “sconosciuto al fisco”.

L’indagine è partita da una segnalazione di un istituto di credito su movimenti sospetti di denaro contante. I finanzieri di Monza hanno avviato una verifica fiscale nei confronti di una ditta di Mezzago e il conto finale è risultato di omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali ed un milione di euro di imposte mai pagate. Ufficialmente la ditta era intestata alla madre, sessantottenne.

Le successive verifiche hanno poi permesso di scoprire, nel corso di una perquisizione in un ristorante di Vaprio d’Adda, un caveau ricavato al piano interrato. Un vero e proprio bunker celato dietro un ascensore, al quale si accedeva tramite un pulsante nascosto. All’interno i militari hanno scoperto oltre un milione e 400 mila euro in contanti, 54 mila banconote di piccolo e medio taglio subito sequestrate e depositate su un conto, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

La Guardia di Finanza di Monza, vista l’ingente somma, ha richiesto l’adozione di una misura di prevenzione patrimoniale nei confronti del soggetto, in quanto recidivo e “fiscalmente pericoloso”. Lo speciale procedimento è stato avviato dalla direzione distrettuale antimafia della procura della Repubblica di Milano, competente in materia. Il procuratore aggiunto, Alessandra Dolci, ha delegato ai finanzieri una serie di accertamenti patrimoniali e verifiche sui flussi finanziari rinvenuti sui conti correnti e disposto il sequestro di tutta la cifra rinvenuta in contanti e degli immobili nella disponibilità dell’imprenditore.