Milano, rinnovato l’accordo locale per il canone concordato
Dopo 16 anni la città di Milano rinnova l’Accordo locale per il canone concordato. Nella Sala Giunta di Palazzo Marino, alla presenza dell’assessore alla Casa e Demanio Daniela Benelli, i rappresentanti dei sindacati inquilini e della proprietà edilizia hanno sottoscritto il nuovo Accordo che sostituisce integralmente il testo finora vigente datato 5 luglio 1999.
Presenti, per i sindacati inquilini, Stefano Chiappellidel S.U.N.I.A., Ferdinando Lioi di U.N.I.A.T., Egidio Rondelli del C.O.N.I.A. Sul fronte delle Associazioni della proprietà edilizia, Achille Colombo Clerici per Assoedilizia, Antonia Giovanna Negri per U.P.P.I., Silvio Scarsi per A.S.P.P.I., Tomaso Songini per A.P.P.C., Matteo Rezzonico per CONFAPPI, Giuseppe Bassi per Confabitare.
“È un giorno importante – ha affermato l’assessore alla Casa e Demanio Daniela Benelli – e ringrazio le parti per aver condiviso con il Comune di Milano l’obiettivo di ridare alla città uno strumento che di fatto mancava dal 1999. E che in questi 16 anni si è dimostrato inefficace come canale alternativo a quello di mercato. Il risultato raggiunto oggi è il punto d’arrivo di un lungo percorso iniziato più di un anno fa, quando ho personalmente convocato il primo tavolo per la revisione dell’Accordo locale. Ma è soprattutto un punto di partenza, una leva con cui speriamo di dare risposta ad alcune forme di disagio abitativo espresse dalla nostra città. Da un lato, ad esempio, quello delle famiglie che non riescono più sostenere i canoni del mercato privato ma non hanno i requisiti per l’Erp. Dall’altro, quello dei proprietari dei moltissimi appartamenti ancora sfitti”.
“Ci rendiamo conto – ha proseguito l’assessore Benelli – che l’Accordo locale è un difficile punto di equilibrio tra interessi contrapposti e la sua efficacia dipende proprio dalla capacità di rispondere alle convenienze di entrambe le parti. Non sappiamo se e quanto il nuovo Accordo funzionerà a Milano, ma provarci era un preciso dovere del Comune e delle parti. Non farlo sarebbe stata una colpevole omissione”.
Sgravi fiscali I contratti a canone concordato hanno convenienza fiscale per il proprietario. Il Comune di Milano applica a tali contratti l’IMU allo 0,65% (invece che allo 0,96% valido per i contratti di mercato). Inoltre il Piano Casa varato dal Governo nel 2014 ha ridotto dal 15% al 10% la cedolare secca per i contratti a canone concordato.
L’assessore Benelli ha anche ricordato le risorse economiche messe a disposizione dall’Agenzia sociale per la Locazione “la cui azione si basa proprio sulla diffusione dei contratti d’affitto a canone concordato, con l’obiettivo di prevenire e sostenere le situazioni di morosità incolpevole sempre più diffuse nel mercato delle locazioni private”.
Agenzia sociale per la Locazione L’Agenzia è stata inaugurata a marzo e ha sede negli spazi di Villa Scheibler a Quarto Oggiaro. Gestita dalla Fondazione Welfare Ambrosiano, si occupa delle differenti forme di disagio abitativo con l’obiettivo di ridurre il rischio di sfratto e stimolare l’uso del canone concordato sia per i nuovi contratti sia per la conversione di quelli già in corso e a rischio di morosità. L’Agenzia ha a disposizione risorse per 6.712.000 euro (provenienti da Regione Lombardia, Comune di Milano e Governo), destinate ad attivare strumenti diversi, tra cui: – il Fondo salvasfratti (il proprietario che decide di ritirare lo sfratto e di sottoscrivere un contratto a canone concordato sarà risarcito delle morosità pregresse fino a un massimo di 8.000 euro), – il Fondo di garanzia (tutela il proprietario che affitta a canone concordato da eventuali inadempienze dell’inquilino. Sarà poi l’inquilino a rientrare del debito concordando con l’Agenzia un piano non inferiore a 12 mesi), – il Contributo ai proprietari (contributo una tantum destinato al proprietario che passa al canone concordato e rapportato alla durata del contratto).