Francesca Prestia a Musicultura canta insieme a Roberto Vecchioni in lingua grecanica

artisti Vecchioni e PrestiaLa lingua calabrogreca avrà un palcoscenico molto importante nella terra che ha dato i natali a Giacomo Leopardi. Sarà di scena nella serata finale di “Musicultura”, allo Sferistereo di Macerata. Protagonisti il cantautore (vincitore del festival di San Remo nel 2011), Roberto Vecchione e la cantastorie calabrese Francesca Prestia, che duetteranno I Agàpi, pirìa tu Thiù! (L’amore, vampa di Dio, brano composto e musicato dalla Prestia, tratto dalla traduzione in lingua calabrogreca del Cantico dei cantici del poeta Salvino Nucera). Oltre a questo canto, la cantastorie calabrese eseguirà anche Fujia, tarantella ispirata al racconto di Corrado Alvaro, che ha come protagonista una pigiatrice d’uva. Già Premio Recanati, il Musicultura si è affermato come una delle rassegne musicali italiane più innovative per quanto riguarda la giovane musica d’autore, in cui le parole hanno una risonanza musicale e poetica di grande valore evocativo, come nei Canti di Leopardi. Questa scoperta della lingua calabrogreca ha letteralmente affascinato Vecchioni che, oltre ad essere uno dei cantautori più importanti italiani, come molti sapranno è stato anche insegnate di Greco e Latino e ha una particolare sensibilità per la cultura del mondo greco. Per caso viene a conoscenza della ricerca storica, linguistica e antropologica che Francesca Prestia da due anni, sta portando avanti grazie al lavoro filologico e poetico compiuto dal poeta Salvino Nucera, con diverse raccolte poetiche scritte in questa antica lingua sopravvissuta per millenni, rimasta ancora intatta nella sua bellezza e potenza espressiva e parlata nella cosiddetta area grecanica o ellenofona (che comprende diverse località sul versante Jonico meridionale dell’Aspromonte come Bova, Roghudi e Condofuri). Grazie all’incontro con Nucera (nato a Chorio di Roghudi) la Prestia ha potuto lavorare sulla lingua e sulla musica, con risultati di straordinario valore emotivo e artistico-musicale, tali da suscitare l’interesse di Vecchioni.

La cantastorie Francesca Prestia, è importante ricordarlo, si è imposta a livello nazionale per aver posto al centro della sua esperienza musicale e la sua ricerca letteraria e antropologica, il ruolo delle donne per il riscatto della Calabria. Una risonanza nazionale ha avuto con la “Ballata di Lea”, dedicata alla tragica vicenda di Lea Garofalo, ma diversi sono stati i testi ispirati a donne calabresi che si sono battuti contro il’oppressione mafiosa, ma anche rievocando donne protagoniste dei racconti dei più importanti scrittori calabresi, come Alvaro. Una ricerca che poi si è evoluta esteticamente e artisticamente attraverso le radici culturali più profonde della Calabria, approdando alla lingua grecanica e realizzando uno spettacolo (“Voci di Muse. Viaggio nella Magna Grecia”) che ha portato in giro in diverse località della Calabria e d’Italia, coniugando la poesia e il canto ispirate alle donne della nostra classicità, come Saffo e la locrese Nosside, fino alla poesia di Salvino Nucera e al Cantico dei cantici, con la stupenda versione I Agàpi, pirìa tu Thiù. Questo canto nuziale affonda le radici in alcuni poemi della Mesopotamia ed è entrato nel canone biblico. La sua composizione viene attribuita al re Salomone. È senz’altro uno dei testi poetici d’amore più alti e più intensi che siano mai stati composti. Il sentimento erotico viene cantato e trasfigurato attraverso un dialogo che tocca vette di altissima poeticità. Inserito nei libri sapienziali dell’Antico testamento, per la prima volta nella storia della letteratura mondiale, questo canto d’amore è stato tradotto in lingua calabro-greca da Salvino Nucera, dal titolo “Tragùdi ton tragudìo”, nel 2013.

Tra gli ospiti della serata finale oltre a Vecchioni e alla Prestia anche Vinicio Capossela, Niccolò Fabi, Banco del Mutuo Soccorso, Chiara, Oblivion, Brunori sas, Syria, Guido Catalano, Xiao He.

Ad accompagnare la Prestia alla serata finale di Musicultura ci saranno Federica Santoro alla lira calabrese e al tamburello, Lucio Fabbri al mandolino e al violino, Massimo Germini alla chitarra.