I sindacati chiedono la sicurezza per i lavoratori nell’Aeroporto di Fiumicino

“Dalla sera dell’incendio, che solo per caso non ci sono stati feriti o peggio, le informazioni pervenute in merito alla pericolosità dei residui della combustione nell’aria, sono state scarse e frammentarie. Proviamo a ripercorrere gli eventi. Dopo l’incendio è stato chiuso il terminal 3, sia per le partenze che per gli arrivi, ma già l’8 sera personale degli A.d.R. presidiava la zona antistante l’uscita del trenino proveniente dal satellite. Da quel giorno le informazioni sono state incomplete e spesso fuorvianti. Ci riferiamo in particolare alle analisi che documentavano una qualità dell’aria talmente ottimale da essere sospetta. Senza dimenticare la conseguente relazione del medico dell’Adr che, nonostante lanciasse un allarme sulla eventuale presenza di cloro, al contempo rassicurava sulla possibilità di lavorare negli ambienti del T3. Nonostante le rassicurazioni, il vortice di notizie, le riunioni ad alti livelli e i comunicati, la Magistratura ha deciso l’apertura di una indagine giudiziaria a carico di personale dell’Asl, dell’A.d.R. e delle società che gestiscono la manutenzione dell’Aeroporto.

Ma ciò che ha innescato l’incendio nell’aeroporto di fiumicino ha dell’incredibile. Infatti un malfunzionamento degli impianti elettrici, sommato a materiale particolarmente infiammabile ha innescato un violento incendio. Non sappiamo esattamente quale sia stata la dinamica, ci penserà la magistratura a scoprirlo. Ma noi ci facciamo una domanda: perché quanto è successo non ci ha meravigliati? Perché non ci ha stupito che nell’aeroporto internazionale Leonardo da Vinci, centro del traffico aereo italiano, è possibile che scoppi un simile incendio e mettere a repentaglio la sicurezza di chi opera all’interno dell’aeroporto e dei viaggiatori?

La risposta è semplice. Chiunque di noi lavora o ha lavorato in aeroporto sa quanto il rapporto con il gestore dei servizi aeroportuali sia stato sempre troppo subordinato. Conosciamo le difficoltà ad avere delle postazioni degne per l’attività che svolgiamo. Dopo anni ancora non abbiamo una cartellonistica che ci faccia riconoscere come Uffici di Stato. Nei gabbiotti fa caldo o freddo a seconda di come tira il vento. Nessun Lavoratore vuole lasciare il proprio lavoro o abdicare al proprio ruolo. Ma la realtà è che la Dogana svolge un compito di controllo molto delicato che spesso non è stato sostenuto durante le riunioni operative con gli enti presenti in aeroporto .

In questo quadro di riferimento ai colleghi, che non hanno fatto mai mancare la loro collaborazione con abnegazione e forse alcune volte anche con troppo zelo, non si può chiedere di più e certamente non si può pretendere la loro fiducia alle rassicurazioni che l’Amministrazione Doganale vuole presentare. Infatti a tutt’ oggi non abbiamo ancora ricevuto ufficialmente le analisi effettuate dagli enti pubblici, ma soprattutto non abbiamo ricevuto le relazioni del medico competente che devono chiarire le condizioni di salubrità delle dell’aria. Quindi, a distanza di quasi un mese dall’incendio, le notizie sono ancora carenti. Senza contare il rifiuto, per ragioni economiche, della nostra Direzione Interregionale delle Dogane ad effettuare le analisi, come pure l’assordante silenzio della Direzione Centrale Sicurezza sul Lavoro e Ambiente dell’Agenzia delle Dogane che ci ha spiegato, durante i corsi, che bisogna acquisire una sensibilità al tema della sicurezza?

Queste Organizzazioni sindacali ritengono che sia venuto il momento di modificare il rapporto che la Dogana ha con gli Enti gestori dell’aeroporto, rendendolo meno subordinato e quindi più trasparente. E’ ora che i colleghi non si sentano più l’ultima ruota del carro dell’aeroporto e questo può accadere solo se alle riunioni operative partecipano colleghi autorevoli e competenti che evitino di considerare prioritarie solo le esigenze del business.

Per tutti questi motivi le scriventi Organizzazioni sindacali chiedono che:

1. Il Personale non venga assegnato a nessuna postazione arrivi o partenze del terminal 3 e vengano attivate postazioni solo nelle zone ritenute meno insicure;

2. Sia riorganizzata l’attività di controllo adattandola ai nuovi percorsi di uscita dei viaggiatori;Sia ribadita la richiesta alla Direzione Interregionale delle Dogane di effettuare le analisi della qualità dell’aria nelle zone interessate;

3. Venga richiesto l’intervento della Direzione Centrale Sicurezza sul Lavoro e ambiente dell’Agenzia delle Dogane ;

4. Siano sensibilizzati tutti i Responsabili presenti in aerostazione sulla obbligatorietà della pubblicità delle comunicazioni impartite dalla Direzione delle Dogane e all’obbligo di pubblicizzazione;

5. Queste Organizzazioni sindacali vengano informate sulle disposizioni dell’Amministrazione doganale soprattutto quelli riguardanti le emergenze”.

E’ quanto si legge in una nota a firma di FP-CGIL R. Lollobrigida; CISL-FP M. Bono; UIL-PA V. Tisba; SALFI A. De Lorenzo; FLP R. Cefalo.