Roma, Mafia Capitale arrestato Luca Gramazio consigliere regionale di Forza Italia

Luca GramazioLa nuova maxi operazione contro Mafia Capitale ha portato a 44 arresti di cui 19 in carcere e 25 ai domiciliari. Su ordine della Dda di Roma, i Carabinieri del Ros hanno eseguito quasi cinquanta ordini di cattura che delineano un nuovo quadro dei rapporti tra l’organizzazione di Massimo Carminati e a Salvatore Buzzi ed esponenti politici di destra e sinistra, inseriti, soprattutto, nella Regione Lazio e nel Comune di Roma.

A finire in carcere con l’accusa di associazione mafiosa c’è il consigliere regionale di Forza Italia Luca Gramazio che, scrive il Gip Flavia Costantini, nell’ordinanza che ha portato al suo arresto “mette al servizio dell’organizzazione le sue qualità istituzionali, svolge una funzione di collegamento tra l’organizzazione la politica e le istituzioni, elabora, insieme a Testa, Buzzi e Carminati, le strategie di penetrazione della Pubblica Amministrazione, interviene, direttamente e indirettamente nei diversi settori della Pubblica Amministrazione di interesse dell’associazione”.

Molti altri esponenti politici sono accusati di corruzione, aggravata dall’aver favorito un’organizzazione mafiosa. Tra questi, oltre a Gramazio, vanno in carcere Massimo Caprari (Centro democratico), Mirko Coratti, Pd, ex presidente del consiglio comunale, Daniele Ozzimo, ex assessore alla casa e consigliere comunale del Pd, Pierpaolo Pedetti, consigliere Pd e presidente della commissione Patrimonio e politiche abitative, oltre a Franco Figurelli ex capo segreteria dell’assemblea capitolina.

Ai domiciliari, Giordano Tredicine, vice presidente del consiglio comunale e vice coordinatore di Forza Italia per il Lazio, l’ex minisindaco di Ostia Andrea Tassone, ma anche l’ex presidente della Legacoop Lazio Stefano Venditti e il commercialista Stefano Bravo, già protagonista delle polemiche politiche legate alla prima ondata di arresti, perché tra i creatori della fondazione Human di Giovanna Melandri.

Il quadro che emerge dall’ordinanza di custodia cautelare è quello di un’organizzazione certa di poter contare su appoggio trasversali alle amministrazioni romane, siano esse di destra o di sinistra.

Se Luca Gramazio viene considerato interno all’organizzazione, stando alla ricostruzione dei pm Michele Prestipino, Paolo Ielo, Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli, Mirko Coratti riceve un finanziamento fisso, lo stesso, scrivono che prendeva prima “Giordano” Tredicine. Soldi arrivano anche agli altri indagati, a volte per il tramite di associazioni culturali di riferimento o con l’acquisto o l’affitto di case.

Se con l’ex sindaco Gianni Alemanno i rapporti erano e sembrano essere rimasti stretti, tanto che l’organizzazione chiede per lui voti per le ultime europee ai soci in affari legali al clan Campennì, il clima appare ottimo anche con l’amministrazione comunale di centrosinistra.

Mafia Capitale puntava ad ottenere importanti capitoli dell’appalto regionale Recup, sarebbe riuscita ad imporre, almeno per un certo periodo, la conferma di Giovanni Fiscon a dg di Ama, con la conseguente assegnazione di alcune importanti gare per la raccolta dei rifiuti. E si sarebbre assicurata l’effettiva gestione dei finanziamenti affidati al X municipio per la pulizia delle spiagge, un capitolo da 1,2 milioni di euro affidati dalla Regione al comune grazie all’intervento di Luca Gramazio. Fondamentale l’intervento di Luca Odevaine, ex membro del Tavolo sull’immigrazione de Viminale ed ex vicecapo di gabinetto dell’allora sindaco Veltroni, a favore della cooperativa La Cascina, legata all’organizzazione, che avrebbe ottenuto l’assegnazione almeno parziale di una gara di appalto per la gestione del Cara di Mineo in Sicilia, il più grande d’Italia. In cambio Odevaine avrebbe ricevuto “in parte”, specifica il Gip che non ha voluto sottoporlo nuovamente agli arresti, “una retribuzione di 10.000 euro mensili, aumentata a euro 20.000 mensili dopo l’aggiudicazione del bando di gara del 7 aprile 2014”.