Bologna, prorogato al 31 dicembre 2016 il Piano faunistico venatorio metropolitano
Per garantire un’adeguata pianificazione delle attività faunistico venatorie previste in tutto il territorio, il Consiglio della Città metropolitana di Bologna ha deciso di prorogare sino al 31 dicembre 2016 la validità dell’attuale Piano faunistico venatorio, la cui scadenza era originariamente prevista al 31 marzo. La proroga si è resa necessaria data l’attuale incertezza sull’attribuzione delle competenze relative alla gestione faunistico-venatoria e l’assenza degli Indirizzi regionali in materia, elementi che al momento sconsigliano di procedere alla stesura del nuovo documento.
Il Piano è lo strumento che regola l’attività venatoria sul territorio agro-silvo-pastorale metropolitano, indicando ad esempio qual porzioni di territorio sono destinate alla caccia, quali al ripopolamento e quali alle aziende faunistiche venatorie. Il piano faunistico venatorio suddivide poi l’intero territorio metropolitano in 3 ATC – Ambiti Territoriali di Caccia (BO1 Pianura, BO2 Imolese e Bologna orientale e BO3 Collina e Montagna occidentale), strutture associative senza scopo di lucro alle quali è affidato lo svolgimento delle attività di gestione faunistica e di organizzazione dell’esercizio venatorio.
Il sensibile e costante calo del numero di cacciatori che si è registrato sul territorio bolognese negli ultimi 10 anni, da 10.112 iscritti nel 2004 a 6.476 nel 2014, rappresenta una criticità: l’apporto volontario delle associazioni di cacciatori è infatti fondamentale per il buon funzionamento degli ATC e dell’attività di controllo della fauna selvatica. Al giorno d’oggi l’attività venatoria è uno strumento indispensabile per garantire, in un territorio antropizzato come il nostro, l’equilibrio fra tutela delle esigenze umane e quelle di tutela ambientale e faunistica.