Reindustrializzazione, la Giunta individua le aree di crisi di Piombino, Livorno, Massa Carrara

Via libera dalla Giunta alla formale definizione delle tre aree di crisi regionali, interessate da piani di reindustrializzazione. Si tratta delle aree di Piombino, con i Comuni del polo  siderurigico di Campiglia Marittima, San Vincenzo, Sassetta  e Suvereto; di Livorno, con i Comuni di Livorno, Collesalvetti e Rosignano Marittimo; Massa Carrara, con i Comuni compresi nella Provincia.
La delibera presentata dall’assessore alle attività produttive credito e lavoro Gianfranco Simoncini, stabilisce formalmente che in tutti i bandi per interventi o aiuti a sostegno del tessuto produttivo regionale, siano inserite corsie preferenziali per le imprese insediate in questi territori. Secondo le caratteristiche dell’intervento o dell’aiuto, questa corsia preferenziale può concretizzarsi in una riserva di risorse, o nell’attribuzione di un punteggio aggiuntivo, una sorta di premio secondo la natura e le caratteristiche dell’aiuto o dell’intervento.
In tutti e tre i casi gli interventi si inseriscono ovviamente nel contesto della definizione di altrettanti Accordi di Programma con il governo, a seguito della richiesta di riconoscimento avviata a livello nazionale. Il riconoscimento di area di crisi complessa nazionale è già da tempo arrivato per Piombino, mentre per Livorno e Massa Carrara l’iter non è ancora concluso.
“L’atto approvato dalla giunta  – spiega l’assessore Simoncini – riconosce formalmente e definisce il particolare carattere di gravità assunto dalla crisi in queste aree che, a causa di difficoltà strutturali acutizzate dalle recessioni che si sono susseguite a partire dal 2008, sono da tempo oggetti di particolari attenzione da parte della Regione. Grazie alla individuazione puntuale dei Comuni interessati, potremo oggi lavorare in maniera più organica all’obiettivo della reindustrializzazione e riqualificazione di questi territori, dell’attrazione di nuovi investimenti e del rilancio di sviluppo e occupazione. Avevamo già inserito in alcuni bandi questa previsione, ora avverrà automaticamente in tutti e non solo nel settore manifatturiero”.
Le premialità a favore delle tre aree di crisi sono infatti già contenute in numerosi provvedimenti che la Regione ha varato e si appresta a varare.
Sul fronte del credito: priorità per le concessioni di garanzie a titolo gratuito per progetti di investimento o per liquidità localizzati nei Comuni in area di crisi; per i finanziamenti agevolati del Fondo rotativo sia per le imprese manifatturiere che per quelle di turismo, commercio e terziario; per i servizi avanzati alle imprese.
Attrazione di investimenti: una serie di misure finalizzate al reinserimento di lavoratori di aziende in crisi per cui sono state previste risorse per 10 milioni in tre anni.
Protocolli insediamento: investimenti nell’ambito di programmi di reindustrializzazione in aree di crisi complessa riconosciuta dallo Stato o dalla Regione. In particolare per Piombino sono stati stanziati 32, 2 milioni di euro di risorse regionali per il piano di riconversione (cui si aggiungono altri 20 milioni di risorse nazionali); per Livorno la Regione ha stanziato oltre 10 milioni per reindustrializzazione. Per l’area di Massa Carrara, ricordiamo i 5 milioni già stanziati per il recupero dell’area ex Eaton.
Nella finanziaria regionale sono inoltre previste abbattimenti Irap. Già da ora e per tutte le tre aree sono previsti criteri di premialita’ nelle graduatorie o graduatorie ad hoc nei bandi per le Start Up, innovative, le imprese giovanili e femminili e di ultracinquantenni in mobilità.
Incentivi occupazione: 1 milione per ciascuna delle tre aree sarà riservato agli interventi a favore delle imprese che assumono o stabilizzano lavoratori, disoccupati, laureati, donne ecc.
Lavoti di pubblica utilità: le tre aree avranno la priorità nei bandi, di prossima pubblicazione, per i quali è stato destinato complessivamente 1 milione.
Formazione continua: premialità specifiche e una riserva finanziaria di 200 mila euro per la riqualificazione dei lavoratori di aziende insediate in aree di crisi.