Genova, Dario Argento porta in scena Lucia di Lammermoor al teatro Carlo Felice

Dario ArgentoDa sabato 21 febbraio, sul palco del teatro dell’Opera genovese, il capolavoro assoluto di Gaetano Donizetti su libretto di Salvatore Cammarano. A curare la regia della nuova “Lucia”, allestita dal Teatro Carlo Felice, un regista cinematografico di culto che indaga da sempre il lato oscuro dell’animo umano: Dario Argento. Sul podio Giampaolo Bisanti.

L’opera tratta  da The Bride of Lammermoor di Walter Scott, è considerata l’opera romantica per eccellenza, tanto da essere citata in diversi contesti letterari, fra i più conosciutiAnna Karenina di Tolstoj e Madame Bovary di Flaubert (Anna Karenina si reca a teatro per ascoltare l’opera di Donizetti, Emma Bovary e Léon si identificano nello sventurato amore di Lucia ed Edgardo). L’eroina fragile, debole di nervi, consumata dalla follia, è una figura ricorrente nel teatro lirico. Ma nessuna delle tante “scene della pazzia” che attraversano il mondo dell’opera è realistica e toccante come quella del terzo atto della Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti. La musica e il teatro, questa volta, vanno ben oltre la convenzione, dando voce a quel disagio psichico che la psicoanalisi, poco più di mezzo secolo dopo (Lucia debutta al San Carlo di Napoli il 26 settembre 1835), cercherà di comprendere e guarire. E che, per un terribile scherzo del destino, colpirà lo stesso Donizetti, morto nel 1848 ormai privo di ragione. Un’opera “nelle mie corde”, come detto da Dario Argento, che non ha esitato a ritenersi onorato di portare in scena Lucia di Lammermoor, cercando di mettere in luce situazioni del libretto meno conosciute, e che lo stesso regista non ha voluto svelare, soffermadosi però sulle ambientazioni. “L’atmosfera cupa e tetra che pervade tutta l’opera, il carattere fremente e inquieto di Lucia, la stessa trama ispira sogni inquietanti – spiega il regista – ho intenzione di trasportare l’ambientazione fin verso il 1850 cioè vicino agli anni di Donizetti, in un’epoca imprecisata ed in un luogo non riconoscibile. Con l’aiuto del costumista Falaschi poi vorrei immergere la vicenda in una atmosfera simbolista e per quanto riguarda le donne, preraffaelita, riscoprendo così le ossessioni, gli incubi che segnarono quest’epoca nella storia dell’arte. Non immagino, come alcuni sostengono, che Lucia sia pazza già dall’inizio dell’opera, ma la vedo scendere nel gorgo della follia lentamente nel corso della vicenda. Il suo personaggio, uno dei più intensi della storia del melodramma, ispira sentimenti di pietà, di amore, di partecipazione emotiva, è uno di quei caratteri che ogni regista vorrebbe incontrare una volta nella vita”. Un tragedia romantica, che Donizetti mette in musica con mano magistrale: la vena melodica è fluente e inesauribile, l’armonia (a partire dalle prime battute del Preludio) pensosa e intensa, la strumentazione ricca di sorprese timbriche e di invenzioni originali. Come il lungo solo di arpa che introduce la prima apparizione in scena di Lucia: una cascata di note che già prefigura il dilagare imminente  della sua follia. Quella di Lucia non è la pazzia “maschile” di Orlando, amplificazione dell’ira, fatta di sguardi infuocati, di urla animalesche e di capelli strappati con le proprie mani, eroica a suo modo. È una follia al femminile, che si manifesta in insistiti gorgheggi, gelidi, esili e filiformi. Sul podio a dirigere l’Orchestra  e il Coro del Teatro Carlo Felice, Giampaolo Bisanti. L’opera si avvale di due cast prestigiosi che si alterneranno nelle recite: Desirée Rancatore, Natalia Roman (Lucia), Gianluca Terranova, Enea Scala (Edgardo), Stefano Antonucci, Mansoo Kim (Enrico), Orlin Anastassov (Raimondo), Giovanni Battista Parodi, Alessandro Fantoni (Arturo), Marina Ogii (Alisa), Enrico Cossutta (Normanno) e Fabiola Di Blasi (nella parte mimata del fantasma di Lucia). Le scene sono di Enrico Musenich, che anche per questa produzione, come per Rigoletto del 2013, ha sapientemente utilizzato materiale proveniente dai magazzini del Teatro. Quella del riutilizzo dei materiali, in un momento come questo – ha affermato Musenich –  “è importante per contenere i costi di produzione, per realizzare questa Lucia di Lammermoor abbiamo usato circa il 70% di materiali provenienti da altre scenografie, riuscendo ad armonizzare scene,costumi e regia, e questo è già un buon passo per avere un ottimo risultato”. Un risultato che non può prescindere dalla realizzazione dei costumi, che hanno avuto la preziosa collaborazione di Gianluca Falaschi e creati in parte dalla sartoria del Teatro Carlo Felice, rispondendo pienamente alle esigenza dell’Opera, rese ancor più complesse dalla particolare regia. Le luci sono di Luciano Novelli mentre Eugenio Pini ha realizzato le video proiezioni. Una produzione che ha avuto un grande supporto nella regia Dario Argento, che rispettando la Musica, ha saputo porre l’attenzione e creare nuovi stimoli all’Opera di Donizetti, erede di Rossini e precursore di Verdi. LUCIA DI LAMMERMOOR Dramma tragico in due parti di Salvatore Cammarano Musica di Gaetano Donizetti Nuovo allestimento del Teatro Carlo Felice di Genova Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice Maestro del Coro Pablo Assante. Repliche: domenica 22 febbraio ore 15.30 martedì 24 febbraio  ore 20.30 venerdì 27 febbraio ore 20.30 sabato 28 febbraio ore 15.30 domenica 1° marzo ore 15.30.