Su Blood importante studio mieloma dell’anziano

E’ stato pubblicato on-line il 27 gennaio 2015 (PubMed) e apparirà a breve sulla prestigiosa rivista scientifica “Blood”, organo della Societa’ Americana di Ematologia, il lavoro “Geriatric assessment predicts survival and toxicities in elderly myeloma: an International Myeloma Working Group report”. Uno studio multicentrico internazionale, condotto da esperti nel campo del mieloma multiplo, a cui l’Istituto di Rionero ha fornito un rilevante contributo.

“Lo studio”, spiega Pellegrino Musto, direttore scientifico dell’Irccs Crob di Rionero in Vulture e co-autore della pubblicazione, “ha analizzato la storia clinica di 869 pazienti anziani affetti da mieloma multiplo, uno dei tumori del sangue più frequenti, inseriti in 9 sperimentazioni con nuovi farmaci condotte in vari paesi europei, Usa e Canada”. Lo scopo è stato quello di valutare quanto gli aspetti relativi alla presenza di altre malattie concomitanti (comorbidità) e alle capacità fisiche e cognitive al momento del trattamento (la cosidetta “fitness”) influiscano sull’efficacia della terapia in questi soggetti.

“I dati ottenuti,” continua Musto, “hanno chiarito in maniera scientificamente inequivocabile, attraverso la definizione di un punteggio basato su eta’, malattie associate, condizioni psico-fisiche ed altre variabili cliniche e sociali già utilizzate in ambiente geriatrico, come questa popolazione di pazienti sia una categoria assai eterogenea”. In particolare, il profilo di “fragilità” individuato con questo approccio risulta utile ai fini della scelta della terapia più’ appropriata, consentendo altresì di modulare gli aggiustamenti delle dosi nelle combinazioni dei nuovi farmaci oggi utilizzati, con l’obiettivo di ottenere la miglior risposta possibile e ridurre la comparsa di effetti collaterali che potrebbero, di fatto, sminuire l’efficacia del trattamento.

“Si tratta”, osserva Giuseppe Cugno, Direttore Generale Irccs Crob, “di un esempio di medicina personalizzata immediatamente trasferibile nella pratica clinica quotidiana e in grado di migliorare in misura significativa la qualità’ di vita e quella del trattamento di questi pazienti. Questo studio” conclude Cugno, “conferma ancora una volta l’importanza della ricerca condotta nel nostro Istituto e ne valorizza ulteriormente la visibilità’ internazionale”.