M5S Montalbano Jonico su Imu terreni agricoli

“Il Meetup amici di Beppe Grillo del M5S di Montalbano Jonico aderisce alla manifestazione di protesta contro l’Imu sui terreni indetta per il 23 febbraio. L’adesione politica del gruppo di attivisti M5S della cittadina jonica è per dare solidarietà agli agricoltori, per i quali si prospetta un nuovo balzello medioevale, e non certo per aderire all’iniziativa politica di propaganda del sindaco, Enzo Devincenzis. Il quale, in prossimità della scadenza per il pagamento della tassa, cerca di nascondere le sue responsabilità e quelle del suo partito di riferimento, Forza Italia, al governo di larga intesa con Renzi e con Ncd, organizzando una manifestazione molto tardiva di contestazione: la scadenza del pagamento è il 10 febbraio, la tassa sui terreni è nota da mesi, lui si è attivato il giorno 7 febbraio e la protesta è in programma per il 23. Insomma, sembra più una “ammuina” di propaganda che un’azione concreta. Il sindaco è anche responsabile, per la dimensione fallimentare dei suoi bilanci municipali, di un’aliquota dell’Imu sui terreni pari al 7,60 per mille, suscettibile addirittura di esser alzata verso i parametri massimi del 10,60 per mille, se il calcolo del 7,60 non porterà le entrate necessarie. I comuni meglio gestiti finanziariamente, oltre a protestare, hanno già fissato, per tempo, aliquote minime al 4 per mille. Questo significa che a Montalbano, chi ha ad esempio, un aranceto, pagherà il doppio rispetto a comuni come Scanzano Jonico, arrivando anche a versare 500/600 euro per ettaro e per un frutto, gli agrumi, che non produce più reddito agli agricoltori, in quanto viene venduto a pochi centesimi al chilo sulla pianta. Come si dice: al danno, un raccolto che non fa reddito, anche la beffa, la tassa con aliquota elevata, calcolata tra l’altro, sulla proprietà e non sul guadagno prodotto dai terreni. L’aberrazione dell’Imu sui terreni – sostengono i rappresentanti del M5S in una nota – sta proprio nel fatto che è una tassa sulla proprietà e non sul reddito prodotto: colpisce i redditi esigui dei piccoli e medi imprenditori agricoli e consente allo Stato e al Comune di prelevare denaro anche quando il terreno è abbandonato o è coltivato per uso familiare. Come accade per quei terreni che uno possiede per farsi l’orto personale o come accade anche nei primi 5, 10 anni dei nuovi impianti agricoli, quando l’agricoltore investe denaro, tempo e lavori per portare in produzione un frutteto. In agricoltura bisognerebbe invece consentire detrazioni fiscali sugli investimenti e non tassare come nel feudalesimo le mere proprietà. È da tempo che il governo Renzi – e la sua maggioranza delle larghissime intese – mostra intenzione di far pagare agli agricoltori italiani e meridionali il recupero dei 10 miliardi di euro spesi per i famosi 80 euro in busta paga, con una serie di normative che esasperano i coltivatori (per invitarli ad abbandonare le terre?), dimezzano i sempre più magri guadagni e non tutelano dai cartelli monopolistici della grande distribuzione. È stato il M5S, e non certo Forza Italia o esponenti del Pd o della Sel, a lamentarsi e a contestare, anche presentando, con la portavoce al Senato, Daniela Donno, una mozione con la quale il nostro movimento ha cercato di impegnare il governo a esentare i terreni agricoli e i fabbricati rurali dal pagamento dell’IMU e a impegnarsi nell’aggiornamento del catasto e nella ricomposizione fondiaria. Forza Italia a Roma, non ha mosso un dito contro il provvedimento targato Pd/Ncd e, forse, il sindaco Devincenzis farebbe prima e meglio a chiedere conto e spiegazioni ai suoi parlamentari di partito del perché, nel mirino del governo delle larghe intese, c’è la piccola e media impresa agricola. Anzi, visto che questa tassa è un colpo infame e vergognoso verso un settore definito primario e tenuto in profonda crisi da sempre, visto che i nostri cari politici comunali, regionali e nazionali, sono a servizio del capo di turno (tra l’altro l’ennesimo non scelto democraticamente) e del suo governo, al sindaco e anche a quelli del Pd di Montalbano, il M5S chiede di uscir fuori dall’ipocrisia di fondo e di non affiancare gli agricoltori senza prima strappare le tessere e i legami con questi partiti e poteri che li manovrano”.