Il Liceo classico di Locri promuove i valori della cultura umanistica

Nel Dna della tradizione culturale di una terra, così come nella storia biologica e biografica degli esseri umani, ci sono degli anticorpi che reagiscono di fronte ai pericoli. Questa reazione ha permesso all’umanità di evolversi e di trovare le risorse umane, materiali, intellettuali, culturali, etiche e spirituali, per salvaguardare la propria identità umana. È in questo orizzonte che bisogna guardare alla tradizione umanistica, la sola che può dare all’uomo la capacità di leggere fino in fondo i processi occulti e di superare i confini, che portano la stessa umanità alla propria estinzione. Fëdor Michajlovič Dostoevskij (con le parole del principe Miškin nell’Idiota), aveva profetizzato che “la bellezza salverà il mondo”; ma a noi tocca “salvare la bellezza” come ha ammonito in modo lungimirante e illuminante il noto archeologo e storico dell’arte, nostro conterraneo, Salvatore Settis. La sensibilità verso la bellezza si acquista con gli “studia humanitatis” che hanno dato vita all’Umanesimo per formare la persona soprattutto nello spirito. Ed è attraverso quei valori rintracciati nei grandi autori classici che si genera l’humus in cui piantare la storia futura di ogni comunità e di ogni civiltà.

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La manifestazione che ha animato l’inizio dell’anno i licei classici – e in particolare per la peculiare storia delle radici culturali della Calabria – va letta in profondità, proprio in rapporto al preoccupante e inquietante modello, in cui è stata imprigionata l’attuale società, che ha prodotto la Shoah, il male assoluto, e che continua a produrre un annientamento delle coscienze, risultato della concezione materialistica e mercantilistica della vita, modello che cancella l’alfabeto emotivo, l’unico linguaggio capace di reagire all’imperante totalitarismo della tecnica, al servizio dei nuovi totalitarismi che sterminano il futuro e la speranza di tanta parte dell’umanità, come ci raccontano i rapporti sulle povertà, sull’inquinamento della terra, ma soprattutto le molteplici mostruosità di cui è protagonista l’uomo (vedi i nuovi terrorismi e le atrocità di cui sono artefici, e non solo quelli che vengono definiti di matrice islamica). Non possiamo pensare che l’umanità e la sua dignità possa ridursi a vile merce da svendere nei centri commerciali, le nuove armi di “distruzione” delle culture locali.

In questa riflessione culturale, etica e politica si colloca la manifestazione “Nessun Dorma”, affinché la cultura umanistica sia feconda e non venga estirpata dal codice genetico di questa terra. Un inno al risveglio delle coscienze, quello lanciato sabato 31 gennaio, nei locali dello storico liceo classico “Ivo Oliveti” di Locri, e non solo un invito ad entrare nel cuore della cultura classica.

Per iniziativa della dirigente, prof.ssa Giovanna Maria Autelitano, infatti, lo storico istituto è stato teatro di gioiosi momenti di riflessione e cultura, dalle ore 18.00 alle 23.00. Il significato della manifestazione, che si è ispirata a “La Notte del liceo classico”, è stato invitare i giovani a non abbandonare gli studi umanistici, continuando a far vivere un indirizzo di studi ultimamente tanto criticato e tacciato di inutilità. E così la reazione del mondo della scuola ha usato il linguaggio che le è più congeniale per dimostrare la vitalità del liceo classico, ha parlato con la voce degli alunni.

Con l’iniziativa “Nessun Dorma”, dal titolo della celebre aria della “Turandot” di Giacomo Puccini, sono state aperte le aule del liceo affinché tutti potessero visitarle ed i ragazzi hanno dimostrato la validità di ciò che hanno realizzato e realizzano ogni giorno, tra le mura dell’Ivo Oliveti di Locri.

Dopo i saluti della Dirigente scolastica, la serata si è aperta con la relazione della dott.ssa Laura Delfino, responsabile della Sezione Didattica del Museo Nazionale di Locri, sull’origine magno greca della Locride. È seguito il laboratorio teatrale sulla Shoah, che ha coinvolto alcuni alunni del V anno, diretti dall’attore Enzo de Liguoro. Ma i momenti destinati alla performance teatrale non si sono esauriti lì. Il pubblico intervenuto numeroso ha potuto assistere alla lettura espressiva di brani tratti da “Sussurri di Hermes”, il libro scritto dagli alunni del liceo classico iscritti al progetto scrittura creativa e presentato al Salone del Libro di Torino, lo scorso anno. Anche i ragazzi dello storico gruppo teatrale della scuola hanno dato il loro prezioso contributo, esibendosi in due scene comiche, tratte da “Le donne in parlamento” di Aristofane e “Sogno di una notte di mezza estate” ed in letture poetiche, in greco e latino, delle più celebri liriche di Saffo, Nosside e Catullo.

Dopo il teatro, è stata la volta della musica. Il liceo di Locri cura, infatti, da molti anni un laboratorio musicale che si prefigge lo scopo di avvicinare i giovani al canto attraverso attività giocose, condotte in gruppo. Gli alunni del “Gruppo Musica” si sono così esibiti in una lieta performance musicale, che ha commosso il pubblico.

La serata è proseguita ancora con i laboratori matematico e scientifico, che hanno dato prova dell’apertura del liceo classico anche a questi studi, condotti sempre con una didattica giocosa e accattivante, che ha consentito, negli anni, agli alunni del liceo di conseguire ottimi risultati sia nelle selezioni alle prove di ammissione all’università, sia nel percorso successivo. Infine, non è mancata la parte più divertente, per chiudere in festa una notte che non deve essere sonno della cultura, ma il suo contrario. Un nutrito gruppo di alunni ha preparato e condotto una caccia al tesoro, con in palio il libro pubblicato dal liceo.

La aule e corridoi illuminati ed allietati dalle proiezioni dei filmati sui viaggi di istruzione organizzati in questi anni, gli spettacoli del “Gruppo Teatro”, del “Gruppo Musica”, nonché le interviste degli alunni “Ciceroni” del FAI, hanno visto tanti giovani correre felici e sfidarsi in una gara divertente. E quando gli alunni vivono la scuola così, come se fosse la loro casa, il messaggio è chiaro e vuol dire che gli studi umanistici non sono noia e lettera morta, ma vera e propria festa della mente.