Roma, il sindaco Marino mette in vendita di 571 immobili del Campidoglio

case storicheParte la vendita di 571 immobili del Campidoglio tra case, locali commerciali, magazzini e cantine. Un patrimonio sparso in tutta Roma, con prevalenza del centro storico e dei quartieri semicentrali. Che frutterà, una volta alienato, un “tesoretto” stimato in 308 milioni di euro da reinvestire in manutenzione urbana, nuovi spazi pubblici e nuove case popolari. L’operazione, che andrà a breve al vaglio dell’Assemblea Capitolina, è stata illustrata dal sindaco Ignazio Marino, dall’assessore al Patrimonio Alessandra Cattoi e dal presidente della Commissione Patrimonio, Pierpaolo Pedetti.

E’ un primo, consistente passo di una nuova politica per abbattere sprechi, eliminare privilegi e valorizzare i beni immobiliari di Roma Capitale; politica avviata con la ricognizione sistematica delle proprietà capitoline. Ad esser posti in vendita sono interi condomini, singoli appartamenti, negozi e locali; tutti immobili che non hanno valore strategico per il Campidoglio, anzi costituiscono un onere per gli elevati costi di gestione e manutenzione.

Le vendite si faranno con procedura pubblica. I prezzi saranno basati sui valori di mercato indicati dall’Agenzia del Territorio, con la base d’asta abbattuta del 10-15% in proporzione alla durata residua dei contratti di locazione in corso. Per le case (in tutto 294), chi vi abita da almeno cinque anni avrà il diritto di opzione per l’acquisto e pagherà il 30% in meno rispetto al valore di mercato; agevolazione, quest’ultima, da cui saranno esclusi per legge gli immobili di pregio.

Quanto ai 277 locali non residenziali o ad uso misto, chi li detiene per svolgervi la propria attività avrà il diritto di prelazione nell’acquisto; ma dovrà comunque pagare il prezzo di aggiudicazione determinato dall’asta pubblica. Niente vendita, invece, per le botteghe storiche (negozi e laboratori).

Clausola per tutti, inserita per evitare fenomeni speculativi: gli immobili acquistati non potranno essere rivenduti prima di cinque anni.

Tutelati i meno abbienti: chi ha un reddito annuo sotto i 28mila euro, e non vuole comprare casa, potrà rimanervi e l’alloggio non sarà venduto. In caso di reddito inferiore ai 42mila euro – aumentato di 3.000 euro se in casa c’è un disabile grave – sarà proposto, prima che l’immobile sia posto in vendita, un nuovo contratto (in base alla legge n. 431/1998) con garanzia di permanenza per altri cinque anni. E per chi ha più di 75 anni la permanenza è assicurata in usufrutto, con la vendita della nuda proprietà.

Con quest’operazione, ha detto il sindaco Marino, si pone fine “a privilegi non accettabili”. Dietro, sottolinea il Sindaco, c’è “il lavoro intenso di un anno per arrivare a un elenco molto articolato”; lavoro condotto “con grande trasparenza”. E l’obiettivo è vendere beni “di fatto non strumentali all’attività del Campidoglio, in modo da portare risorse alla città”.

Altre risorse fresche arriveranno poi nelle casse del Campidoglio con l’eliminazione delle due attuali sedi dei gruppi consiliari e delle commissioni dell’Assemblea Capitolina, gli uffici di largo Loria e di via delle Vergini. Lo prevede una memoria presentata dall’assessore Alessandra Cattoi e approvata dalla Giunta. Entro il 31 marzo gli uffici in questione saranno unificati in una sola sede a via del Tritone. Novità anche per alcuni servizi del Segretariato e della Direzione Generale che, sempre entro il 31 marzo, saranno trasferiti in uno stabile di via della Panetteria. Conti alla mano, si risparmieranno così circa 10 milioni sui fitti passivi: via delle Vergini, infatti, costa al momento 5 milioni di euro l’anno, largo Loria 8 milioni. La nuova sede unificata di via del Tritone costerà invece 1 milione 500mila euro più Iva, via della Panetteria 720mila. I nuovi edifici, fa sapere il Campidoglio, sono già pronti e completamente attrezzati.