E…fuori piove

Scan10008 E…. FUORI PIOVE Di Vincenzo Calafiore A volte si ha la sensazione di trovarsi in un altro tempo, o più semplicemente in un tempo che deve ancora venire; questo in cui adesso siamo pare sia un set dell’horror, o un tempo disgiunto. Faccio fatica a volte a comprenderne le finalità e i significati, le contraddizioni e le contrapposizioni. Nel paese dove io vivo definito in diverse maniere come, – Il paese dei balocchi, la repubblica della banane, il paese del sollazzo – le cose vengono fatte più a svantaggio che a vantaggio, ci sono troppe e evidenti diversità, un termine onesto per definire uno stato di cose. La disuguaglianza sociale creata ad hoc, una classe politica che si tramanda e si rinnova autonomamente, impera e decide, si allontana sempre più dalla cosiddetta – base – che deve fare i conti quotidianamente con tutte le conseguenze di scelte politiche non elette, non votate, ma semplicemente imposte. C’è stato un certo momento che un giullare di corte ribellandosi al gioco del potere, ebbe l’occasione storica di cambiare totalmente le sorti di un popolo intero taglieggiato dalla solita casta politica, ed invece e purtroppo per noi, questa storica occasione non è stata colta, è mancata la capacità da parte del giullare di saperla gestire al meglio e ha perso divenendo egli stesso parte integrata in quella che da tutti e definita la casta degli intoccabili, perché di questo si tratta. Com’è possibile che una volta giunti così in alto e con la possibilità di fare le giuste opere per una base affamata di eguaglianza e di onestà da parte dei manovratori del potere politico, vengano a mancare l’onestà e l’impegno? Ma come può succedere, qual è il meccanismo che scattando modifica e cambia nel pensiero e nell’opera i nuovi dei eletti? E’ la corruzione, è l’infamante possibilità di rimanerci e di guadagnarci il più possibile a vita. E mentre c’è una parte che alza muri per non farsi levare un solo centesimo, o uno dei qualsiasi privilegi, dall’altra parte invece è terra di confine ove tutto è possibile perfino la noia di vedere le stesse facce da culo di sempre, e di assistere senza nulla poter fare alle diverse maniere di inchiappettare nella maniera più dolce questo popolo di ( sceglietevi pure la definizione). Non è certo un bel vivere così da se complicato,se poi anche ai noti problemi di sopravvivenza quotidiana si aggiungono altri ancora più dolorosi, ancora più di sofferenze sfociate nell’orrore a cui credo difficilmente ci si possa abituare. Così la vita viene pian piano avvelenata, distorta, e incanalata verso una specie di odio misto a tante diverse paure; la scuola del terrore psicologico e visivo a cui l’intera società soggetta viene incanalata ha diversi nomi e diverse sono le sue tecniche di manifestarsi sotto mentite spoglie tutta la drammatica realtà, tutto l’odio, tutta la ferocia di boia assoldati per sgozzare e bruciare vive altre vite, di mettere nelle mani di un bambino una pistola per un’esemplare esecuzione come si trattasse di una zucca. L’altro vero orrore nascosto, sotterraneo, è la nostra abitudine a recepire le agenzie Ansa, i video, di massacri, di sopraffazioni e di esecuzioni di massa, tutto autorizzato nel nome di chi ancora dovrà venire a giudicare. Che società è mai questa? Che mondo sarà domani per le generazioni che seguono a questa? E’ un colpo al cuore, è una difficoltà interiore che non si può chiudere in un cassetto e dimenticarla, è una questione di colori : del rosso e dell’arancione delle tute indossate da uomini o donne sgozzati o bruciati vivi. Ma c’è un altro disonore che appartiene a coloro che a questi folli riforniscono di armi e mezzi che permettono di uccidere e di spargere il terrore per un tornaconto personale. E una domanda da porsi: “ ma tu…. Che agnello sei? “