Zaccanopoli, il ricordo del partigiano Rosina Domenico Mazzitelli morto di recente

Zaccanopoli Giorno della MemoriaIl giorno della memoria, nella ricorrenza del 70. anniversario dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, nel Vibonese, porta il nome del partigiano “Rosina”, Domenico Mazzitelli. La sua iscrizione all’Anpi porta la data del I luglio del 1946, anno in cui gli è stato conferito una attestazione di eroismo, firmato dal Comandante supremo  Harold Rupert Leofric George Alexander (Londra, 10 dicembre 1891 – Slough, 16 giugno 1969, generale e politico britannico, uno dei grandi protagonisti della seconda guerra mondiale come capo del corpo di spedizione alleato che sbarcò in Sicilia) e dallo stesso comandante partigiano Vincenzo (Cino) Moscatelli. Dopo aver compiuto la sua missione nella Resistenza, ha vissuto la sua vita con semplicità e umiltà. A 94 anni ha lasciato la sua famiglia (la moglie Rosina e cinque figli) e la sua dimora carica di storia e di sentimenti il 17 gennaio scorso, ma fino agli ultimi istanti della sua lunga esistenza ha conservato intatto il ricordo dell’esperienza di partigiano in Valsesia (provincia di Novara), finché non ha sfilato a Milano il 25 aprile la liberazione.

Ed è sul filo della memoria e nelle corde delle emozioni che è stata vissuta la celebrazione nella sala consiliare gremita da cittadini, in particolare nel momento in cui è stata consegnata una targa ricordo ai familiari da parte del presidente dell’Anpi di Vibo Silvestro Scalamandrè e del segretario provinciale della Cgil Luigi De Nardo. Sui volti dei cinque figli, Tonino, Maria, Vincenza, Olga e Saverio, la commozione si è sciolta nelle lacrime. Sono proprio queste le esperienze che danno senso alla comunità e alla storia dei suoi figli, in cui si esprime il riconoscimento al valore di un uomo che ha fatto delle scelte di grande coraggio in un frangente storico così difficile, come quello vissuto da milioni di italiani dopo l’armistizio di settembre del ’43. Un terribile film rievocato dai ragazzi della scuola media e primaria di Zaccanopoli, con letture e immagini. È stato lo stesso responsabile del plesso Roberto Mazzitelli, ad aver dato un significato profondo al senso di smarrimento e di sopraffazione di fronte al “male assoluto”, in quanto “Auschwitz rappresenta il nuovo Golgota”. Un orrore che ha vissuto Giuseppe Pugliese, internato nel campo di Luckenwalde, la cui storia è stata raccontata dal figlio, il prof. Antonio Pugliese (docente dell’Università di Messina), con delle immagini che fanno parte del libro “Mio padre nel lager” da cui è stato tratto l’omonimo docu-film (diretto da Enzo Carone).

La manifestazione intitolata “La Memoria e i suoi Partigiani: il sacro valore della libertà nella storia di Domenico Mazzitelli”, si è svolta nella sala consiliare, ed è stata organizzata propria nell’occasione delle esequie del partigiano “Rosina”, grazie all’impegno del sindaco Giuseppe Caparra su proposta dell’Anpi di Vibo e con la collaborazione dell’istituto comprensivo “F. Mazzitelli”, plesso di Zaccanopoli.

Ed è stato proprio il primo cittadino di Zaccanopoli a introdurre la serata. Si è soffermato in particolare sul significato della giornata sottolineando il ruolo di Domenico Mazzitelli nella lotta per la libertà. È intervenuto anche padre Francesco Laruffa, parroco di Zaccanopoli, invitando tutti a guardare avanti con fiducia nel ricordo della esemplare figura del Mazzitelli, mentre Scalamandrè ha esortato i presenti a non desistere nell’impegno per mantenere viva la memoria e a vivere con responsabilità i valori sanciti nella Costituzione, perché frutto del sacrificio dei tanti partigiani come il loro concittadino Doemnico; ammonendo che “se un popolo disperde i propri ideali, come sta accadendo oggi, si corrono forti rischi di nuovi orrori, di altri olocausti”. Il segretario provinciale della Cgil De Nardo ha voluto ricordare la storia di Domenico Mazzitelli legando la sua esperienza alla tutela dei lavoratori e del lavoro, per garantire la giustizia sociale e prevenire così ogni sentimento di odio e ogni ferita sociale, che può degenerare nei nuovi totalitarismi.

A concludere questa storica giornata della memoria – per la prima volta infatti è stata svolta in una località periferica come Zaccanopoli – Corrado L’Andolina (giornalista). Egli, nella sua riflessione ha posto un fondamentale interrogativo: il perché l’Europa e la Germania abbiano partorito la Shoah. La risposta è inquietante e va ricondotta all’antisemitismo di ritorno in Europa, come sta accadendo in Francia; i fatti recenti di terrorismo a Parigi lo dimostrano. In questo clima si prevede che oltre 130 mila ebrei a breve andranno via dal Paese, dove nel ‘700, per la prima volta, è stata riconosciuta la libertà agli ebrei. L’Andolina, alla luce di quanto sta accadendo, ha osservato che per capire la Shoah è necessario comprendere le radici dell’antisemitismo. Sull’esempio e sulla testimonianza, quindi, di Domenico Mazzitelli, il quale ha avuto il coraggio etico di scegliere la via della libertà e della dignità, che bisogna ripartire, per evitare che fenomeni che portano dentro un odio inveterato e distruttivo di ogni valore umano, possano ripetersi.