Libri. Lo scrittore Andrea Caterini ospite alla Fuis in Percorsi d’Autore

Lo scrittore Andrea Caterini ospite della FUIS in “Percorsi d’Autore” a cura di Elio Pecora

Martedì 27 gennaio 2015 ore 17.00 Piazza Augusto Imperatore, 4 – Roma

ROMA – “Percorsi d’Autore”, incontri, conversazioni con poeti, romanzieri, saggisti a cura di Elio Pecora, è giunto al secondo appuntamento dell’anno. Martedì 27 gennaio alle ore 17.00 presso la sede della Federazione unitaria italiana scrittori (FUIS) interverrà lo scrittore Andrea Caterini con il romanzo “Giordano” (ed. Fazi). Andrea Caterini nasce a Roma nel 1981. È scrittore e critico letterario. Ha pubblicato tre romanzi, “Il nuovo giorno” (Hacca, 2008), “La guardia” (Italic Pequod, 2010), “Giordano” (Fazi, 2014), e due libri di critica letteraria, “Il principe è morto cantando” (Gaffi, 2011) e “Patna. Letture dalla nave del dubbi” (Gaffi, 2013). Ha curato opere di autori italiani come Enzo Siciliano e Franco Cordelli. Cura l’area critica del semestrale di letteratura “Achab” e collabora ad “Alias – il manifesto”. Il programma 2015 di “Percorsi d’Autore” è iniziato martedì 13 gennaio con Biancamaria Frabotta e il libro di poesia Da mani mortali (ed. Mondatori); martedì 27 gennaio l’appuntamento sarà con Andrea Caterini; seguiranno martedì 10 febbraio 2015 Edith Bruck e il romanzo Quanta stella c’è nel cielo (ed. Garzanti) e martedì 24 febbraio 2015 Sandra Petrignani e il libro Marguerite (biografia in forma di romanzo su Marguerite Duras, ed. Neri Pozza). Il tema degli incontri è non solo l’ultimo libro di ciascun autore, ma l’intero percorso artistico e culturale in cui un’opera letteraria si compie e si manifesta. La rassegna culturale si svolge presso la sede della Fuis, in piazza Augusto Imperatore, 4 a Roma (in prossimità dell’Ara Pacis) alle ore 17.00. Ingresso libero. Gli incontri si possono seguire in diretta streaming sul sito www.fuis.it. Dal romanzo “Giordano” (ed. Fazi 2014) – “Una società può esistere solo nel momento in cui si posseggono le caratteristiche necessarie per farne parte: una famiglia, un lavoro, degli amici. […] Ora non li avevi più, ci avevi rinunciato, o avevi smesso di credere che fossero un valore, che avessero un senso. Era proprio questo che più rigettavi: credere che bastasse avere un’occupazione, uno stato civile, un dialogo con qualcuno per essere considerato parte attiva del “meccanismo mondo”. […] Per una società si è vivi, e quindi partecipi delle sue dinamiche, solo a patto di porsi in maniera transitiva. E i residui che fine avrebbero fatto: tutto ciò che il continuo transitare lascia indietro, passivo, inattivo? Forse la società dei residui non ne tiene conto – carne morta” .