Aldo Moro linfa per il rilancio della Dc

“La citazione in Parlamento di Aldo Moro da parte del senatore del Pd Miguel Gotor ( “guidare e non essere guidati è il compito del segretario del più grande partito italiano”) ci inorgoglisce e ci dà ulteriore linfa nell’impegno a rilanciare la Democrazia Cristiana in Basilicata e Ne Paese per riproporre la preoccupazione di fondo che ha guidato tutto il pensiero e tutta l’azione politica di Moro: il tentativo di cogliere i tratti di una democrazia difficile, caratterizzata da una forma bloccata, dimezzata. E proprio su questo tema l’elaborazione politico-culturale di Moro è straordinariamente acuta, e presenta per noi motivi di grande attualità”. E’ quanto sostiene Giuseppe Potenza, presidente del Comitato nazionale iscritti alla DC 1992-93 e segretario regionale della DC-Libertas Basilicata. “La citazione di Moro – aggiunge – cade in una fase politica particolarmente complessa che si riferisce alle riforme istituzionali, che sta provocando un serrato confronto tra le varie anime del Pd. Sottolineamo, in proposito, con attenzione e il rispetto dovuto la posizione assunta dal viceministro Filippo Bubbico che ha dissentito dalla linea dettata dal Premier e suo segretario Renzi al quale era rivolta la riflessione di Moro. Un atteggiamento di grande coerenza con la sua “storia politica”, a differenza di quello del presidente dei deputati Democratici, Roberto Speranza, che in occasione della presentazione del libro di Tino Sorino “Aldo Moro e la passione politica” nel novembre scorso, aveva riconosciuto, a parole, salvo poi a dimenticarlo, che “l’attualità della figura di Moro sta oggi soprattutto nella sua grande capacità di essere un uomo politico che ha saputo coniugare la dimensione più alta del suo impegno con la dedizione al territorio, proprio ciò che oggi la politica tutta deve riuscire a recuperare”. È questo lo strumento più efficace rispetto al complicarsi dei fenomeni sociali, del crescente pluralismo sociale e culturale, della sempre più evidente inadeguatezza e insufficienza dello Stato ormai troppo grande per far fronte alle “piccole” questioni ma decisamente troppo piccolo per affrontare e risolvere le grandi problematiche del nostro tempo. Una sorta di risarcimento che l’Italia deve ad Aldo Moro”.