Milano, l’imprenditore Giuseppe Fasoli salvato in extremis prima del suicidio

“Sembra trattarsi di una storia uguale a quelle che, ogni giorno, si sentono raccontare nei vari telegiornali, ossia la storia dell’ennesimo imprenditore che denuncia il malfunzionamento del sistema bancario e , in preda alla disperazione, pensa al suicidio come unica via di salvezza . Ma questa storia, contrariamente a tante altre, cambia il suo corso, perché interviene la solidarietà umana a modificarla e a darle una speranza.

Giuseppe Fasoli, imprenditore di 71 anni , ha attraversato, difatti, varie peripezie a causa dell’operato discutibile di una banca che, a suo parere, lo ha raggirato, illudendolo .

L’ imprenditore , che operava nel campo delle calzature, ha dovuto chiudere l’attività in seguito ad una malattia che non gli ha consentito di proseguire la sua attività lavorativa, che si fondava su contratti in essere con grandi case e grossi marche .

Per dare linfa vitale alle sua impresa chiede un mutuo chirografario di cassa con una maxi rata finale di 18 mila euro.

L’imprenditore al suo pagamento è certo di poter assolvere in quanto ha in essere un contratto di 100 mila US$ con una società americana conosciuta a livello mondiale che possono , usando il gergo bancario, essere “scontato” e, quindi, assolvere alla chiusura del prestito.

Ma la banca non accetta il contratto perché esso è stato instaurato con una società americana che , a loro dire , non conoscono e propone all’imprenditore un muto fondiario ipotecario di euro 80 mila, con cui poter chiudere il finanziamento e poter disporre di liquidità.

Il mutuo fondiario gli viene concesso solo mediante ipoteca della sua casa di proprietà, con un eccesso di garanzia.

Giuseppe Fasoli , per varie ragioni , non riesce ad assolvere al pagamento delle rate del mutuo per una sopraggiunta malattia che lo costringe a chiudere l’attività e la banca mette all’asta la sua casa, che ha acquistato con grandi sacrifici.

Notevole è la responsabilità della banca perché poteva aiutare l’imprenditore rateizzando l’ultima rata del mutuo chirografario, anziché proporgli un mutuo fondiario con ipoteca sulla prima casa.

Ed ecco farsi avanti sulla sua strada l’Associazione “Uniti si vince “di Milano, che gli dà una mano , dopo che l’imprenditore si era rivolto ad altre 2 “fantomatiche” associazioni le quali lo hanno truffato.

Gli avvocati dell’Associazione “UNITI SI VINCE” , difatti, ravvisano irregolarità bancarie e constatano usura bancaria per un totale di euro 29 mila.

Gli stessi avvocati riescono a frenare l’azione di pignoramento della casa da parte della banca e ne bloccano la vendita all’asta.

In tal modo, la storia drammatica di questo imprenditore di 71 anni si trasforma in una storia a lieto fine e sul suo volto ritorna il sorriso.

Gli angeli esistono e sono in mezzo a noi, basta solo saperli riconoscere”.

E’ quanto si legge in una nota dell’Associazione “Uniti si vince”.