Norme soppressione tribunali, ammessi i tre referendum

giustiziaL’Ufficio centrale per il referendum della Corte di Cassazione ha dichiarato ammissibili i tre referendum abrogativi delle disposizioni contenute nel decreto legislativo n. 155 del 7/9/2012 sulla riorganizzazione degli Uffici giudiziari, come modificato dall’art. 1 del Decreto legislativo 19 febbraio 2014, n. 14, che erano stati depositati l’11 settembre scorso dalle Regioni Basilicata, Puglia, Sicilia, Campania e Abruzzo.

I referendum riguardano l’abrogazione “delle disposizioni relative alla soppressione di trenta tribunali ordinari, delle corrispondenti procure della Repubblica, nonché di duecentoventi sezioni staccate di tribunali ordinari” (quesito n. 1), l’abrogazione “delle disposizioni relative alla soppressione di trenta tribunali ordinari e delle corrispondenti procure della Repubblica”, (quesito n. 2) e l’abrogazione “delle disposizioni relative alla soppressione di trenta tribunali ordinari e delle corrispondenti procure della Repubblica, nonché l’eliminazione della mancata previsione nell’ordinamento giudiziario dei circondari dei tribunali soppressi” (quesito n. 3).

Una analoga iniziativa, avviata dalle stesse cinque Regioni nel 2013, era stata dichiarata non ammissibile dalla Corte di Cassazione in quanto l’unico quesito presentato in quella occasione non avrebbe consentito al cittadino di esprimere, con il voto, un giudizio diversificato circa le sedi giudiziarie da sopprimere. “Ma questa volta la presentazione di tre quesiti precisi e circostanziati – affermano il presidente e il vicepresidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza e Francesco Mollica, designati nel maggio scorso quali delegati dell’Assemblea per seguire la procedura referendaria – ha permesso di evitare i rilievi della Cassazione. Ci auguriamo che l’ammissibilità dei referendum spinga il Governo e il Parlamento ad una ulteriore riflessione sulla questione, per rivedere le norme oggetto di impugnativa ed affrontare con le Regioni e i territori, a partire dalla Conferenza Stato – Regioni, la questione della geografia dei presidi giudiziari, evitando così anche l’ulteriore danno che sarebbe determinato dalla ipotizzata soppressione della Corte d’Appello”.