Parma, ex Manzini un nuovo spazio regalato alla città

La vecchia fabbrica metalmeccanica in via Palermo 6 è tornata a vivere per quattro indimenticabili giornate di intenso lavoro, grazie alla progettazione partecipata secondo il modello noto ai tecnici come “Open Space Technology”.

Nell’ultima giornata si sono tirate le fila di questa vera e propria fucina di idee, che ha visto lavorare con passione, attorno ai tavoli allestiti per l’occasione, 140 persone iscritte al workshop: metà architetti, metà “il resto del mondo”(rappresentanti di 30 associazioni, cittadini e qualche azienda), tutti impegnati a redigere il report finale consegnato in serata agli amministratori e raccolto in un book ricolmo di idee, suggestioni e proposte su ciò che dovrebbe diventare l’ex Manzini, dopo troppi anni di abbandono.

C’è chi vede questo spazio come vivibile e utilizzabile fin da domani per eventi e creatività, chi ne vorrebbe fare una scuola di arti e mestieri, chi lo vedrebbe bene come centro per sport particolari quali arrampicata , chi lo pensa come una specie di piazza virtuale, un laboratorio permanente per studiare la trasformazione della città; e poi ancora, qualcuno lo vede come mercato coperto per prodotti a “chilometri zero” o come incubatore di imprese sul tema della sostenibilità.

In tutti sono una ventina gli elaborati consegnati nelle mani degli amministratori, che dovranno decidere come spendere i 4 milioni e rotti di euro destinati alla riqualificazione dell’immobile (due milioni dalla Regione e un po’ più di altrettanto dal Comune nel piano triennale degli investimenti).

E l’Amministrazione guarda con grande attenzione a questo felice esperimento progettuale voluto dall’Ordine degli Architetti e realizzato con tante preziose collaborazioni, tanto che ha consegnato un contributo al dibattito con tanto di firma congiunta di Federico Pizzarotti, Michele Alinovi, Laura Maria Ferraris e Giovanni Marani, tutti a vario titolo coinvolti nell’operazione.

Quei quattro milioni potrebbero diventare la base per realizzare un sogno e restituire vita e qualità ad un pezzo di città.

Intanto qualcosa è già stato restituito al quartiere: sempre grazie all’Ordine degli Architetti e a molti altri di buona volontà, l’area adiacente il vecchio opificio in questi giorni è stata ripulita da montagne di detriti e dignitosamente arredata con macchie di verde, orti e giardini in cassetta e pini “natalizi”: tanti cittadini e tantissimi bambini hanno festeggiato insieme al sindaco Federico Pizzarotti e agli assessori Michele Alinovi e Laura Maria Ferraris questo nuovo tassello, simbolo di rinascita per una parte di città importante, proprio dinanzi alla nuova avveniristica costruzione di via Pasubio.

“Questo giardino – commenta l’assessore Alinovi – è un regalo permanente consegnato al quartiere, uno spazio di socialità, che arricchisce ulteriormente questa operazione di progettazione partecipata, i cui contenuti sono indicati dai cittadini. E’ bello vedere come da qui non restano solo idee e concetti, ma anche qualcosa di materiale, un luogo fisico testimonianza del percorso fatto, affidato alle cure dei cittadini”.

“In questo luogo – sottolinea Laura Maria Ferraris – si fa cultura, si parla di cultura come leva strategica sottostante ad ogni progetto per il futuro, un futuro costruito su un processo culturale già in atto”.