Comitato Diritto alla Salute di Lavello su Fenice
“Sono passate oltre due settimane da quando c’è stata l’emissione di fumo rosso dalla ciminiera del forno per rifiuti industriali pericolosi del termodistruttore Fenice-EDF e non abbiamo ancora avuto risposta alla domanda più importante: siamo stati avvelenati o no?” Lo afferma in una nota il Comitato Diritto alla Salute di Lavello. “Diversi documenti e comunicati non dicono esattamente cosa bruciasse quella mattina l’inceneritore. Tra le varie fonti -– continua la nota – l’ARPAB, nel corso dell’incontro tenutosi il 14 novembre, ci informa che i codici CER “dichiarati” erano autorizzati ma risulta che nessuna istituzione preposta al controllo abbia effettivamente verificato – seduta stante – cosa materialmente sia stato introdotto nel forno in quel momento e di conseguenza cosa abbia prodotto il fumo di colore anomalo. Fenice-EDF immediatamente dichiarava che il colore rosso fosse semplicemente “effetto delle condizioni meteorologiche”, in un secondo momento affermava che secondo la letteratura scientifica, la combustione di iodio può produrre fumo rosso. Ma nessuno ci ha ancora detto se nei rifiuti bruciati quel giorno ci fosse dello iodio. Sappiamo che si sta ancora cercando di verificarne la presenza nelle “acque di lavaggio fumi”, ma non sappiamo quanto ancora ci vorrà. In ogni caso, anche se lo iodio venisse rintracciato, conosceremmo una causa possibile ma non la causa certa. Speriamo di essere smentiti, ma pare che nessuno sappia cosa effettivamente abbia prodotto quel fumo rosso e quindi nessuno sa (o vuol far sapere) cosa ci sia finito nel forno rotante. Le centraline di monitoraggio che misurano l’emissione in atmosfera, non hanno rilevato superamenti anomali ma, le sostanze emesse il 2 novembre dalla ciminiera potrebbero non rientrare tra quelle monitorate. Questo episodio – conclude la nota – dimostra come la tanto magnificata Autorizzazione Integrata Ambientale (la cosiddetta AIA al cui rilascio ci siamo opposti in ogni modo) si è manifestata inconsistente già al primo episodio anomalo noto. Ci attendiamo che tutti i responsabili delle Istituzioni e degli Enti coinvolti riflettano seriamente su quanto accaduto e che soprattutto rispondano con chiarezza.”