Percorsi d’autore di Elio Pecora

 Una nuova iniziativa culturale prenderà il via da martedì 4 novembre 2014 presso la sede romana della Federazione unitaria italiana scrittori (FUIS):

“Percorsi d’autore”, incontri-conversazioni con poeti, romanzieri e saggisti a cura di Elio Pecora. Ogni martedì, il noto poeta, scrittore e saggista incontrerà e converserà con un autore: tema dell’incontro sarà non solo l’ultimo libro di ciascun autore, ma l’intero percorso artistico e culturale in cui un’opera letteraria si compie e si manifesta. Il programma prevede due incontri al mese. e avrà inizio martedì 4 novembre alle ore 17.30 con Paolo Febbraro, critico e scrittore, collaboratore alle pagine culturali del “Sole 24 Ore”, e il suo libro Fuori per l’inverno, ed. Nottetempo.

Gli incontri si svolgeranno ogni martedì alle ore 17.30 presso la sede della Fuis, in piazza Augusto Imperatore, 4 a Roma (vicino l’Ara Pacis). I prossimi appuntamenti: il 18 novembre 2014 con la scrittrice e regista Cristina Comencini, “Voi non la conoscete” (ed. Feltrinelli); il 2 dicembre con il saggista e critico letterario Filippo La Porta, “Roma è una bugia” (ed. Laterza); il 16 dicembre con il narratore e saggista Paolo Di Paolo, “Mandami tanta vita” (edizioni Feltrinelli).

PROGRAMMA

“PERCORSI D’AUTORE” Incontri, conversazioni con poeti, saggisti, romanzieri a cura di ELIO PECORA

martedì 4 novembre 2014, ore 17,30 incontro con PAOLO FEBBRARO il libro: Fuori per l’inverno, ed. Nottetempo

martedì 18 novembre, ore 17,30 incontro con CRISTINA COMENCINI il libro: Voi non la conoscete, ed. Feltrinelli

martedì 2 dicembre, ore 17,30 incontro con FILIPPO LA PORTA il libro: Roma è una bugia, ed. Laterza

martedì 16 dicembre, ore 17,30 incontro con PAOLO DI PAOLO il libro: Mandami tanta vita, ed. Feltrinelli

GLI AUTORI:

Paolo Febbraro è nato nel 1965 a Roma, dove vive. Ha esordito con la silloge poetica Disse la voce, nel volume Poesia contemporanea. Quarto quaderno italiano, a cura di F. Buffoni, Guerini e Associati 1993, cui hanno fatto seguito le opere Il secondo fine, Marcos y Marcos 1999; Il Diario di Kaspar Hauser, L’Obliquo 2003; Il bene materiale. Poesie 1992-2007, Scheiwiller 2008, Deposizione, Lietocolle 2010 e Fuori per l’inverno, Nottetempo 2014. Come critico ha redatto e poi curato l’Annuario di poesia fondato e diretto da G. Manacorda. Le sue prime iniziative sono la raccolta I poeti italiani della «Voce», Marcos y Marcos 1998 e l’ampia antologia La critica militante, Poligrafico dello Stato 2001, cui hanno fatto seguito i volumi La tradizione di Palazzeschi, Gaffi 2007; Saba, Umberto, Gaffi 2008; L’idiota. Una storia letteraria, Le Lettere 2011; l’ebook Perché leggere la poesia a scuola, Garamond 2011 e Primo Levi e i totem della poesia, Zona Franca 2013. Ha in preparazione per l’editore Fazi il saggio Leggere Seamus Heaney, e sta allestendo l’antologia Poesie d’oggi, frutto della sua collaborazione alle pagine culturali del «Sole 24 ore».

Brano tratto da Fuori per l’inverno, edizioni Nottetempo 2014 “Deposizione” «Do testimonianza, metto a verbale che un tempo si cantava per lo specchio, tardava o ci ammalava primavera, le donne si compravano coi cuori. Notte, tramonto e sera stavano per la morte, di amori era sintomo il giorno, e cecità. Del mare affermo la materna crudeltà, dell’albero la piega taciturna. Visto e approvato ciò che qui fu legge, piango, lo scordo e depongo nell’urna». Cristina Comencini (Roma 1956), scrittrice e regista, ha pubblicato con Feltrinelli : Le pagine strappate (1991,2006), Passione di famiglia (1994), IL cappotto del turco (1997), Matriosca (2002), La bestia del cuore (2004), Due partite (2006), L’illusione del bene (2007), Quando la notte (2009; anche in audiolibro nel 2011), Lucy (2013), e, per la collana digitale Zoom, La nave più bella (2012). I suoi film: Zoo (1988), I divertimenti della vita privata (1990), La fine è nota (1992), Va dove ti porta il cuore (1996), Matrimoni (1998), Liberate i pesci (2000), Il più bel giorno della mia vita (2002), La bestia del cuore (2005, nominato all’Oscar per l’Italia; dvd Feltrinelli, 2006), Bianco e nero (2008), Quando la notte (2011).

da Voi non la conoscete, ed. Feltrinelli 2014 Nella mia vita fuori di qui c’erano ore senza razionalità, moderazione, amore, investite all’improvviso da furia e rabbia, tempeste d’odio. Nella natura il vento spinge le nuvole, il caldo e il freddo cozzano, sciolgono acqua, gonfiano il mare, tutto è spiegabile. In me no. Certi giorni, quando tornavo a casa, mi fermavo al palo dell’autobus, respiravo senza fiato, cercavo di calmare il battito del cuore. L’ordine delle ore, il lavoro, i figli, marito, tutto distrutto da un fuoco di cui non sapevo nulla. Mi accadeva da sempre, anche quando ero ragazza, una volta al mese, e non bisognava farla lunga, poi però la furia si è spostata. Poteva prendermi fuori casa o in camera da letto, o mentre leggevo un libro ai bambini, pelavo patate o infilavo i piatti nella lavastoviglie. Il sangue mi girava nel corpo, lo scaldava, qualcosa pulsava dentro di me, cercava una strada senza trovarla, mi sembrava di precipitare in un buco nero e mi veniva da piangere senza ragione. Nascondevo la rabbia. Il bagno, a casa o al lavoro, era il posto giusto per maledirmi. Giravo la chiave, mi guardavo allo specchio e ripetevo a mezza voce: < Chi sei Tu?>…… Filippo La Porta, saggista e critico letterario, si occupa di narrativa italiana contemporanea e di storia delle idee. Tra le sue più recenti pubblicazioni: L’autoreverse dell’esperienza: euforie e abbagli della vita flessibile (Bollati Boringhieri 2004); Maestri irregolari.Una lezione per il nostro presente (Bollati Boringhieri 2007); Diario di un patriota perplesso negli Usa ( e/o 2008); Meno letteratura, per favore! ( Bollati Boringhieri 2010); Pasolini (IL Mulino 2012); Poesia come esperienza. Una formazione nei versi (Fazi 2013).

da Roma è una bugia, ed. Laterza 2014 Fin da quando ero bambino, ho sempre pensato che le vie e le piazze di Roma volessero comunicarmi qualcosa: le strade sono le nostre stesse viscere. La città natale non l’abbiamo scelta. Ci è capitata, ci è quasi caduta addosso. Proprio come tutto ciò che è reale. Perciò coincide non solo con una mentalità, che abbiamo più o meno introiettato, ma con il destino, o meglio con una forma del destino che abbiamo il compito di decifrare. Aggiungo solo che la vita che raccontiamo non è quella che abbiamo vissuto, così come il sogno che raccontiamo (all’amico o allo psicanalista) non è quello che abbiamo sognato, e che è perduto per sempre. Il punto è solo quello di credere di averla vissuta come la si racconta, o almeno così suggerisce La Capria. La nostra interpretazione si sovrappone a ciò che è accaduto e diventa più vera del vero. Come sapeva Antonio Machado, la verità si inventa…………

Paolo Di Paolo è nato a Roma nel 1983. Nel 2003 è stato finalista al Campiello Giovani e, con i racconti Nuovi cieli, nuove carte (Empirla 2004), al Premio Italo Calvino per l¹inedito. Ha pubblicato libri-intervista con gli scrittori italiani, tra i quali Ho sognato una stazione, con Dacia Maraini (Laterza 2005), Un piccolo grande Novecento, con Antonio Debenedetti (Manni 2005) e Ogni viaggio è un romanzo. Libri, partenze, arrivi (Laterza 2007, 2013). È autore dei romanzi Raccontami la notte in cui sono nato (Perrone 2008) e di Dove eravate tutti (Feltrinelli 2011, Premio Mondello e Premio Vittorini).Ha lavorato anche per il teatro ­ Il respiro leggero dell¹Abruzzo (2001) interpretato fra gli altri da Franca Valeri; L¹innocenza dei postini, messo in scena al Napoli Teatro Festival Italia 2010 ­ e per la televisione. Con il romanzo Mandami tanta vita (Feltrinelli 2013) è stato finalista al Premio Strega.

da Mandami tanta vita, ed. Feltrinelli 2013 Il mondo gli è divenuto ostile. Da troppo tempo scorrono giorni tutti uguali, tutti neri, che vive come congiure. Perfino la forma di una nuvola più sicura può sembrargli un rimprovero, una condanna, una figura minacciosa dipinta da Mantegna. Un lungo giorno di pioggia diventa un affronto personale. Qualcosa si è spezzato: Moraldo ha cominciato a camminare con circospezione, a farsi largo a fatica tra la diffidenza della folla. A guardare gli altri di sfuggita, a sentirli tutti così – cerca l’aggettivo- così ingiustamente avversi. Lo giudicano male, lo sa, e per questo affretta il passo, stringe il bavero del pastrano con la mano destra sul collo, procede spedito anche quando nessuno lo aspetta. Un rumore alle sue spalle – qualcosa che graffia sul selciato – può spingerlo a voltarsi senza dare nell’occhio, per accertarsi di non essere seguito. Ma è solo una stupida foglia accartocciata spinta dal vento……