Ecosistema urbano Legambiente 2014, i dati per la Basilicata

Inquinamento atmosferico a livelli d’emergenza e tasso di motorizzazione in crescita, gestione dei rifiuti altalenante e trasporto pubblico in crisi.

Questo il quadro che emerge dalla ventunesima edizione di Ecosistema Urbano, il rapporto di Legambiente sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani, realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore e presentato oggi a Torino.

“Le prime cinque città in classifica – sottolinea in una nota Legambiente Basilicata – sono Verbania, Belluno, Bolzano, Trento e Pordenone ma per capire la brutta aria che tira nei nostri centri urbani basta sbirciare le prestazioni dei comuni che dovrebbero essere al top. Trento, per intenderci, ha valori eccessivi di biossido di azoto, Verbania e Belluno perdono un terzo dell’acqua immessa in rete, Pordenone depura poco più della metà dei suoi scarichi fognari. Non è difficile, allora, immaginare qual è la situazione in fondo alla classifica, dove si collocano Agrigento e Isernia, Crotone e Messina, Catanzaro e Reggio Calabria”.

“I due capoluoghi lucani – sottolinea Legambiente Basilicata – rispetto allo scorso anno cambiano la percentuale complessiva di vivibilità ambientale, con un calo per Potenza che passa dal 43,55per cento al 42,3per cento e un aumento per Matera dal 42,89per cento al 51,84 per cento, posizionandosi rispettivamente al 79esimo e al 51esimo nella classifica generale.

Una staticità per Potenza, dovuta soprattutto alla mancata attuazione di politiche e di strategie per il miglioramento della qualità ambientale e un passo in avanti per Matera per la quale ugualmente restano delle criticità, prima fra tutte la mancata comunicazione di diversi dati.

Per ciò che attiene alla gestione dei rifiuti, Potenza resta ferma al 24 per cento. Il capoluogo dimostra ancora una volta come l’unico modo per consentire di raggiungere in tempi brevi le percentuali di raccolta differenziata previste dalla normativa è quello di mettere in atto l’accordo sottoscritto con il Conai per l’avvio del sistema di raccolta differenziata “porta a porta”.

Matera perde nuovamente percentuali, con una brusca retrocessione al 20%. Un dato inaccettabile per una capitale europea della cultura, specialmente se si accompagna a quello della crescita della produzione dei rifiuti da 434 a 475,4 kg/ab/anno. Auspichiamo pertanto che tra gli obiettivi che la città si propone di raggiungere in questi anni ci sia quello di accrescere non solo i livelli di raccolta differenziata ma anche quella cultura ambientale all’altezza del ruolo che adesso ricopre.

Continua ad essere veramente drammatica la situazione del trasporto pubblico e della mobilità nella città di Potenza. Manca il dato relativo ai passeggeri trasportati annualmente per abitante, l’anno scorso pari a 13, e che mette chiaramente in evidenza come gli autobus in città siano sconosciuti alla gran parte dei cittadini. Dato drammatico in una città assediata dalle auto, con 72 auto ogni 100 abitanti e che vede una forte decrescita dell’offerta del trasporto pubblico, intesa come percorrenza annua per abitante di mezzi pubblici che passa da 29 a 8 km/vettura/ab/anno. La priorità assoluta è quindi trasferire quote significative di mobilità dal mezzo privato al mezzo pubblico, attraverso la realizzazione di serie politiche della mobilità come revisione del piano traffico e deviazione della circolazione di autobus extraurbani. Sono inutili gli interventi sulla mobilità interamente incentrati sull’aumento dell’offerta di infrastrutture viarie e di servizi. L’unico modo per risolvere il problema è ridurre drasticamente il numero di auto in circolazione.

Matera da questo punto di vista mostra una maggiore sensibilità con un netto aumento dei passeggeri da 23 a 52. Per la mobilità resta tuttavia impossibile dare un’interpretazione complessiva completa, vista la mancata comunicazione dei dati di cui sopra.

Sconosciuti in entrambi i capoluoghi la bicicletta e il “camminare”, con un’offerta di piste ciclabili e isole pedonali assente.

Anche la dispersione idrica presenta delle criticità, con entrambi i capoluoghi tra i 19 Comuni con perdite superiori al 50 per cento. Ragionevole ipotizzare, però, che una percentuale così elevata sia imputabile in maniera considerevole ai furti d’acqua e agli allacci abusivi.

In un quadro non certamente entusiasmante, l’unico dato positivo per entrambe le città è la riduzione dei consumi elettrici e idrici, in linea con la tendenza nazionale e associabile a motivi di risparmio dovuto alla crisi piuttosto che a una crescente presa di coscienza dei risvolti positivi sull’ambiente di certe azioni quotidiane.

Siamo fiduciosi che le amministrazioni dei due capoluoghi sappiano finalmente cogliere le indicazioni che vengono dal rapporto e siano in grado di proporre soluzioni che possano permettere alle città di offrire standard migliori ai propri cittadini, per migliorare la qualità ambientale delle nostre città e la qualità della vita dei nostri concittadini. Pensiamo che potentini e materani ne abbiano pienamente diritto”.