Pisa, Vera Vigevani racconta al sindaco Filippeschi il rumore della memoria

«Tre rumori caratterizzano la mia memoria: il rumore del treno che va ad Auschwitz; il rumore degli aerei della morte ed il rumore del mio cuore». In queste parole di vera Vigevani si racchiude la storia di una vita  segnata dalle persecuzioni. Vera Vigevani classe 1928, italiana ma emigrata con la famiglia in Argentina nei primi anni 30 per sfuggire alle persecuzioni razziali. Una vita da giornalista segnata però nel 1976 dalla scomparsa della figlia diciottenne inghiottita nella folla dei desaparecidos.

Oggi Vera Vigevani, attivista del movimento della madri di Plaza de Mayo e dell’associazione 24marzo, conosce il destino di sua figlia e sa che non riavrà nemmeno le spoglie perché fu gettata in mare, come tanti altri, da un aereo in volo.

Ama definirsi una militante della memoria e raccontando la sua storia fatta e quella della sua famiglia doppiamente perseguitata gira il mondo. Dalla sua storia e grazie ad una collaborazione con il Corriere della sera è nata una web serie dal titolo “Il rumore della memoria” (Link) curata dal regista Marco Bechis e che presto si trasformerà in un lungometraggio. In questi giorni accompagnata dai rappresentanti del movimento 24marzo, Vera è a Pisa per incontrare Enti ed Associazioni e questa mattina è stata ricevuta dal Sindaco di Pisa Marco Filippeschi insieme all’Assessora Marilù Chiofalo, al presidente del Consiglio Comunale Ranieri Del Torto e alla presidente del Consiglio Cittadino delle pari opportunità Valeria di Bartolomeo. «Incontrare una persona come Vera Vigevani rafforza il nostro impegno per la divulgazione e la condivisione della memoria – ha detto il Sindaco Filippeschi – Vera è in prima linea su due fronti a noi cari: la trasmissione di valori e di memoria e l’opposizione al male assoluto che richiede un impegno assoluto. Il nostro lavoro sulla memoria passa anche dalle testimonianze come quella che oggi abbiamo avuto il privilegio di ascoltare. La nostra intenzione è coinvolgere la sig. Vigevani nelle nostre prossime iniziative». NOTA BIOGRAFICA – Vera Vigevani è nata a Milano nel 1928 e dieci anni più tardi dovette emigrare in Argentina perché le leggi razziali le impedivano di andare a scuola e di avere una vita normale. In Argentina sposò Giorgio Jarach e lavorò fino alla pensione come giornalista all’ANSA di Buenos Aires.

Sua figlia Franca scomparve a diciott’anni il 26 giugno 1976 e di lei non si seppe più nulla fino a poco tempo fa, quando una donna che era sopravvissuta al campo di concentramento dell’ESMA le ha raccontato tutto: “Ho aspettato per un anno che mi parlasse – ha detto la scrittrice – perché non voleva ricordare, aveva visto cose terribili e voleva rimuovere tutto. Le ho chiesto se avevano torturata mia figlia ma non mi ha risposto. La detenzione di Franca durò pochissimo. A un mese dal suo arresto lei e molti altri vennero eliminati per far posto a coloro che sarebbero arrivati. Nel mio caso non c’è alcuna speranza di ritrovare neanche il suo corpo, mia figlia è stata buttata giù da un aereo, buttata a mare”.

A Vera Vigevani, che appartiene al movimento dele Madres de Plaza de Mayo fin dai primi mesi della sua fondazione, piace definirsi “una militante della memoria”, ciò che le ha permesso di continuare a vivere è stata la caparbietà nel raccontare la sua storia.

Vera ha più volte spiegato che, continuando a portare la sua testimonianza, lotta per la creazione di una memoria condivisa, affinché nessuno dimentichi e certe cose non si possano più ripetere.