Roma, settembre al Santa Cecilia è mondiale

santa cecilia coroVengono dall’Arabia, dal Messico, dal Brasile, dalla Turchia. Orchestre giovani e agguerrite, che portano fuori d’Europa la musica classica europea e vi immettono cospicue dosi di tradizioni e repertori locali. Araldi di Bach e Beethoven tra le sabbie del deserto o nella foresta pluviale, questi ensemble strumentali esprimono tutta la voglia di musica e la freschezza di idee che vorremmo ritrovare qui nel vecchio continente. Li porta a Roma l’Accademia di Santa Cecilia, tra il 9 e il 29 settembre, con un “giro del mondo in quattro orchestre” che prelude alla ripresa stagionale di fine ottobre.

Tra le quattro, una – l’Orchestra Sinfonica Juvenil de Bahia – costituisce uno dei frutti più straordinari di El Sistema, la didattica musicale con cui il colombiano José Antonio Abreu scova talenti nelle favelas, dando una vita degna ai ragazzi poveri. L’orchestra bahiana è all’Auditorium il 15 settembre e con lei suona Martha Argerich, grande fan di Abreu e della sua scommessa.

L’idea è anche quella di far conoscere repertori “di confine”, musica colta ma radicata nell’humus delle terre d’origine. E così si ascoltano echi mediorientali con la Filarmonica del Qatar e sentori d’Asia con l’Orchestra Giovanile Turca, mentre la Filarmonica Nazionale del Messico porta brani di autori del Caribe. E con l’orchestra di Bahia non poteva mancare il Villa Lobos delle Bachianas Brasileiras. Musica creola, contaminazioni alte, innesti felici tra fiumi sonori le cui sorgenti distano migliaia di chilometri l’una dall’altra, alla ricerca d’un alveo comune.

Quattro serate all’Auditorium, molto più d’un interregno tra pausa estiva e nuova stagione sinfonico-cameristica.