Non è solo lo scandalo del Mose ad aver determinato la crisi del Comune di Venezia

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Paolino D’Anna, Assessore al Lavoro Provincia di Venezia. “Ho dato con convinzione la mia massima solidarietà alle dipendenti e ai dipendenti del Comune di Venezia, l’ho fatto personalmente, in qualità di lavoratore cassaintegrato, e come assessore al Lavoro in rappresentanza della presidente della Provincia Francesca Zaccariotto. I tagli previsti e la conseguente riduzione dei servizi, oltre alla riduzione del fondo del personale e alla disdetta del contratto integrativo sono un errore grave. Una scelta che penalizza ulteriormente lavoratori già colpiti da 5 anni di blocco della contrattazione, e che punirà anche i cittadini, perché il contratto integrativo finanzia servizi veri offerti a persone in carne ed ossa.

Ho anche partecipato con convinzione all’incontro che si è svolto in Sala San Leonardo aperto alla città, qualche giorno fa. Molti dipendenti hanno deciso infatti di porsi il problema complessivo della tenuta dei servizi della città, al di là della sacrosanta lotta per la tutela del salario. Le analisi che ho ascoltato stridevano rumorosamente con l’insufficiente balbettio di alcuni politici lì presenti che, proprio con la maggioranza che ha governato il comune, hanno ridotto la città nelle pessime condizioni che ora sotto gli occhi di tutti. Spero inoltre che la presenza dei moderati di centro presenti nell’ultima fallimentare giunta, abbia aperto loro gli occhi; sono certo che gli amici della comune casa europea popolare abbiano appieno compreso la lezione: mai più con queste forze politiche per il bene della città.

Ingenua, o forse colpevolmente consapevole, la politica di rigore adottata dal Commissario, e che rigore! Togliere ai più deboli, tenere intatta la componente dirigenziale con in capo il direttore generale che assieme hanno tradotto o ispirato (più di una volta) le scelte della politica, rinviare al 2015 l’analisi sulle partecipate … Ma come, ma perché? E non lo dico solo io, mi limito invece a riportare quanto è uscito su tutti i media nazionali, in un’ennesima nuova onta per la città. Un’onta gravissima, dopo quanto la comunità nazionale ha trasferito alla nostra amata città miliardi di euro spesi per la sua salvaguardia, e non solo per il MOSE: “… Azionare pesantemente la forbice sulle società partecipate dagli Enti locali. Conti in profondo rosso e una redditività davvero irrilevante. Su 5.268 società partecipate dagli Enti locali, 1.430 hanno un indice di redditività negativo. Nell’anno 2012 sono 143 le società partecipate degli enti locali che hanno chiuso con un bilancio negativo. La peggiore di tutte è stata la Cmv spa di Venezia (Il Casinò, ndr) che ha chiuso con un profondo rosso di 20 milioni e 316 mila euro. Un fallimento totale”.

Ho ascoltato affermazioni prive di senso sulla situazione attuale del Comune di Venezia, che si sarebbe determinata per lo scandalo Mose, e per lo sforamento del patto, sforamento prodotto non da cattiva gestione, ma da una normativa che va contro gli interessi delle autonomie locali.

Ma come? E il Ponte di Calatrava? L’Interscambio merci, trasformato in uffici comunali e costruito con i fondi della legge speciale, quelli che sono arrivati anche per il MOSE? E la vendita dell’ex Pilsen? La vendita del Fontego dei Tedeschi? La svendita delle azioni SAVE? La vendita del patrimonio immobiliare affidata ad una società Est Capital, che è ora in liquidazione? L’ex ospedale al mare? Il buco del fu palazzo del Cinema al Lido … Sono queste e molte altre scellerate scelte, che non si ricordano, non si analizzano: non sono forse questi i veri e concreti motivi del fallimento del sistema di potere? E’ proprio su questi punti che le lotte delle dipendenti e dei dipendenti comunali stanno accendendo i fari, e sui quali il centro destra popolare e moderato dovrà riflettere per proporsi come reale e solida alternativa di governo della città”.