Un altro pesante stop all’atto di fusione tra le BCC di San Calogero e Maierato
Un ulteriore pesante stop all’atto di fusione tra la Banca di credito cooperativo di San Calogero con la BCC di Mairato. Dopo il decreto con cui il presidente del tribunale di Catanzaro aveva sospeso la delibera di fusione “ritenuta la sussistenza dei presupposti in ragione della non manifesta infondatezza delle ragioni azionate dagli istanti e dell’urgenza insita nella fissazione della data del 24/07/2014 per la stipula dell’atto di fusione” un altro rinvio che probabilmente pregiudica la procedura prevista per la fusione. Come si ricorderà, le motivazioni della sospensione della delibera sono state formalizzate e depositate dal Presidente del tribunale di Catanzaro (prima sezione civile) dott. Antonella E.Rizzo, il 23 luglio scorso. Lo stesso presidente, nel decreto di sospensiva, aveva fissato l’udienza, per il carattere di urgenza, il primo agosto, giorno in cui il giudice incaricato, dott.ssa Gioa Giovanni, aveva rinviato all’8 agosto. Nell’udienza che si è tenuta venerdì scorso al tribunale di Catanzaro, dopo aver respinto le richieste dell’avvocato Roberto Franco (foro di Vibo Valentia), legale del Consiglio di Amministrazione della BCC di San Calogero, il giudice ha rinviato l’udienza al 25 settembre, su istanza dell’avvocato Aldo Assisi, per poter acquisire la nuova documentazione. Si sono infatti costituiti a sostegno della delibera di fusione anche i cinque componenti che dovevano far parte del consiglio di amministrazione del nuovo istituto di credito cooperativo e i componenti del collegio sindacale. Il giudice inoltre ha respinto la richiesta di procedura d’urgenza avanzata sempre dall’avvocato Franco, prospettando il 30 agosto come termine oltre il quale non è più possibile procedere all’atto di fusione. Intanto nella stessa udienza si è costituito un altro comitato contro la fusione: sono i venti soci che hanno presentato il ricorso al tribunale di Vibo con querela per falso in atto pubblico relativa al documento di verbale redatto nella assemblea del 22 giugno, notificato alle parti, e difesi dall’avvocato Domenico Pontoriero, del foro di Vibo.
Se l’istanza avanzata da parte dell’avvocato Franco per una sentenza di convalida della delibera, prima della fine di agosto, risponde a verità, ciò vuol dire che l’atto di fusione tra la BCC di San Calogero e la consorella di Maierato (che praticamente invertirà la rotta dell’allora banca rurale e artigiana fondata nel 1977 da 118 soci), non potrà più essere realizzato con i criteri e le modalità che sono state adottate da parte del Consiglio di amministrazione. Da un agone assembleare si è passati a quello legale con tutte le conseguenze che ne possono derivare, non soltanto sul piano giudiziario, ma in particolare nel rapporto di fiducia tra una parte dei soci e Consiglio di Amministrazione, il cui esito è difficile da prevedere, in quanto, come è avvenuto anche nell’ultima udienza, le distanze tra le parti sembrano incolmabili. Infatti, la proposta di conciliazione prospettata dall’avvocato Aldo Assisi, in accordo con il comitato che difende (117 soci), con l’indizione di una nuova assemblea in cui la volontà dei soci possa esprimersi libera da alcun condizionamento e in modo chiaro e nelle forme democratiche, come prevedono le norme statutarie, è stata respinta dalla controparte. Come ha lasciato intendere lo stesso avvocato Assisi, si tratterebbe di una posizione rigida e ostinata quella tenuta da parte del Consiglio di amministrazione e della sua difesa, su una delibera che non dà conto di una maggioranza chiara e certa, proprio per il modo con cui si è proceduto nella convalida dell’assemblea del 22 giugno (sotto accusa non solo le modalità di votazione ma anche la gestione dell’assemblea da parte della Presidenza), e non si capirebbe il motivo per cui non si vuole indire un’altra assemblea. A quel punto, l’avvocato Assisi, in accordo con il comitato, ha chiesto il rinvio. Nonostante la ferma opposizione dell’avvocato Franco, adducendo l’urgenza di una immediata risoluzione della questione, la richiesta di rinvio è stata accolta, riconoscendo di fatto il diritto alla difesa di poter acquisire ed esaminare gli atti. Il giudice ha stabilito il termine per presentare ulteriori note di difesa dalle parti entro il 5 settembre, mentre per il 15 eventuali contro repliche. E con molta probabilità il 25 settembre si saprà l’esito definitivo, a meno che non ci saranno clamorosi sviluppi nel frattempo. Per quanto riguarda invece la questione della querela che potrà avere delle ricadute di carattere penale, il comitato difeso dall’avvocato Assisi non ha ritenuto procedere alla citazione in giudizio delle parti, perché allo stato non è necessaria, in quanto già il presidente del tribunale (il dott. Antonella Rizzo con il citato decreto del 23 luglio) ha valutato la fondatezza del ricorso concedendo immediatamente la sospensione per decreto e ritenendo quindi sufficiente i motivi civilisti nell’atto di citazione.