Uil Basilicata su utilizzo fondi Europei

Mentre la disoccupazione galoppa, la produzione industriale frena, le infrastrutture sono al palo, le uniche risorse certe per lo sviluppo, rappresentate dei Fondi Europei, registrano un impiego da “moviola” che anche in Basilicata, dove la velocità di spesa è maggiore rispetto ad altre Regini, non ci può assolutamente soddisfare. Lo sostiene in una nota la segreteria regionale della Uil della Basilicata riferendo i dati di un’elaborazione del Servizio Politiche Territoriali della UIL sul monitoraggio nazionale della spesa rendicontata al 31 maggio 2014: su 52 Programmi ben 19 non raggiungono gli obiettivi prefissati; il rendicontato rappresenta il 56% del totale (in Basilicata siamo al 65,8%); restano da spendere 21 miliardi di euro. Pur riconoscendo che i dati hanno bisogno di un aggiornamento- continua la nota – le risorse da spendere in Basilicata entro il 31 dicembre 2015 prossimo rappresentano oltre il 30% del totale del finanziamento relativo al 2007-2013. Ciò significa che da qui alla fatidica data di dicembre 2015, quando si chiude definitivamente il ciclo di programmazione, dobbiamo spendere ancora circa 350 milioni di euro. Il monitoraggio della Uil è fortemente attuale alla vigilia della sessione comunitaria del Consiglio Regionale e ci consente di ribadire – è scritto nella nota – che se si continua con la politica dell’elenco della spesa con i Fondi Ue noi non ci stiamo. Se non rompiamo il cerchio magico che nel passato ci ha condotto a questa drammatica situazione la Uil non ci sta. O si va per la strada indicata dai sindacati dalle forze dell’imprenditoriali nei diversi documenti prospettati per un impiego sano ed efficace dei Fondi Ue, o noi ne parleremo con la gente, con chi ha fiducia che le cose possano e debbano cambiare ed insieme ne chiederemo conto. La partita è tanto più importante perché nel periodo 2014-2020 avremo da impegnare e investire circa 3 miliardi di euro. Se indirizzati in maniera rigorosa, efficace ed intelligente potranno creare tante opportunità interessanti, a maggior ragione in tempi di una drammatica ed ingiusta contrazione di risorse nazionali. La responsabilità che ci sta dinnanzi – continua ancora la Uil – è quella di non dissipare, di non alimentare i mille rivoli per concentrare il valore delle risorse su progetti organici, utili ad elevare gli indici di produttività della spesa, ad implementare modelli intelligenti di investimento, ad onorare la scala delle priorità. In cima alla scala di questi strumenti rimane a garanzia delle nostre idee la parola-bandiera del sindacato: il lavoro. Infine, dover restituire parte di queste importanti e vitali risorse a Bruxelles, secondo lo studio della Uil a livello nazionale sono 5 miliardi di euro a forte rischio, sarebbe – conclude la nota – una vera e propria tragedia e un atto di autolesionismo da parte del Governo nazionale.