Troppo arsenico nell’acqua del Lazio

Un pesante ammonimento. L’Italia non è in grado “di garantire che l’acqua destinata al consumo umano sia conforme alle norme europee” e apre quindi una procedura di infrazione. “La contaminazione dell’acqua da arsenico e fluoro – spiega la Commissione Europea – è un problema annoso in Italia, in particolare in Lazio”. Con l’invio di una lettera di messa in mora da parte del commissario all’Ambiente Janez Potocnik, Bruxelles ha deciso di avviare l’infrazione. La direttiva sull’acqua potabile, ricorda la Commissione, impone agli Stati membri di controllare e testare l’acqua destinata al consumo umano in base a 48 parametri microbiologici e chimici e indicatori.

Se si riscontrano nell’acqua livelli elevati di arsenico o di altri inquinanti, gli Stati membri possono derogare per un periodo limitato di tempo ai valori limite fissati dalla direttiva, purché la deroga non presenti un potenziale pericolo per la salute umana e l’approvvigionamento delle acque destinate al consumo umano nella zona interessata non possa essere mantenuto con nessun altro mezzo congruo. La direttiva consente al massimo tre deroghe, ciascuna limitata a tre anni. Gli Stati possono derogare due volte e, in casi eccezionali, possono chiedere alla Commissione una terza deroga. All’Italia sono già state concesse tre deroghe e non è possibile autorizzarne altre. Il periodo di deroga era finalizzato a consentire di trovare soluzioni durature. Tuttavia, dopo un anno dalla scadenza della terza deroga, l’Italia continua a violare la direttiva. Le decisioni di deroga stabiliscono condizioni rigorose per tutelare la salute umana.

All’Italia era stato chiesto di assicurare che fosse disponibile l’approvvigionamento di acqua salubre destinata al consumo da parte dei neonati e dei bambini fino all’età di tre anni. Le deroghe erano subordinate al fatto che l’Italia fornisse agli utenti informazioni adeguate su come ridurre i rischi associati al consumo dell’acqua potabile in questione e, in particolare, i rischi associati al consumo di acqua da parte dei bambini. L’Italia era tenuta inoltre ad attuare un piano di azioni correttive e a informare la Commissione in merito ai progressi compiuti. I valori limite per arsenico e fluoro continuano invece a non essere rispettati in 37 zone di approvvigionamento di acqua in Lazio.