La Spezia, Genova e il Levante ligure al tempo della peste 1656-58

Un mostro vorace minaccia La Spezia, Genova e il Levante ligure. Siamo nel 1656. La peste getta nel panico amministratori e governanti locali. Non ci sono rimedi; si ha solo una certezza: il suo effetto è devastante e inarrestabile.

È questo il tema del libro “La grande paura” (edito da Antiche Porte di Reggio Emilia, anticheporte.it) di Roberto Palumbo che sarà presentato da Enrico Formica al castello San Giorgio martedì 15 luglio alle ore 21, nell’ambito della rassegna “Notti al castello”. Alla presentazione interverràil professor Giuseppe Benelli. Sarà presente l’autore.

Grazie a documenti d’archivio e a ricerche specifiche, il clima di quel terribile momento, la febbrile attività per combattere il male e il coraggio degli uomini del tempo che lo affrontarono disarmati. Nel terrore generale di un male che si percepisce incurabile e di fonte al quale autorità e popolo si sentono percorsi da un mistico disarmo, gli unici rimedi efficaci sono la prevenzione l’isolamento.

Ma per quanto siano scrupolose e tempestive le “provvidenze “ del governo, la peste riesce lo stesso ad insinuarsi nel territorio della Repubblica di Genova. Dapprima devasta la capitale uccidendo i due terzi della sua popolazione; poi si impossessa di Recco, di Chiavari e arriva a Levanto. Da un momento all’altro può entrare alla Spezia.

La grande paura non è soltanto il filo conduttore del libro che descrive lo stato d’animo della popolazione spezzina nei mesi in cui il morbo è alle porte della città, ma è anche uno spaccato di vita di una piccola comunità del Seicento e delle relazioni che questa intratteneva con la Capitale dominante.