Coldiretti su normativa comunitaria alimenti

Sono arrivate, dalle burocrazie dell’Unione Europea, incomprensibili decisioni sulla tavola che allontanano cittadini ed imprese dall’Europa. È quanto dichiara in un comunicato stampa la Coldiretti Basilicata. 

Nell’Unione del rigore dei conti – si legge- si consentono invece trucchi ed inganni nel momento di fare la spesa dal formaggio senza latte al vino senza uva, dal cioccolato senza cacao, alla carne annacquata, dal vino zuccherato e quello in polvere, con l’appiattimento verso il basso della qualità alimentare anche a danno di paesi come l’Italia che possono contare su primati qualitativi e di sicurezza alimentare. ” 

Le allucinanti novità nel piatto con le alchimie negli ingredienti – afferma il presidente nazionale della Coldiretti Roberto Moncalvo – hanno snaturato anche gli alimenti più comuni”. “Si spiega cosi- continua il presidente regionale della Coldiretti di Basilicata Piergiorgio Quarto la possibilità concessa dall’Unione Europea di incorporare la polvere di caseina e caseinati, al posto del latte, nei formaggi fusi, di aumentare la gradazione del vino attraverso l’aggiunta di zucchero nei paesi del nord Europa o di ottenerlo a partire da polveri miracolose contenute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette più prestigiose con la semplice aggiunta di acqua. Si calcola che in Europa vengano consumate venti milioni di bottiglie all’anno con etichette di vini italiani ottenute in questo modo”. Secondo il direttore regionale della Coldiretti di Basilicata Angelo Milo “l’Unione Europea consente anche per alcune categorie di carne la possibilità di non indicare l’aggiunta d’acqua fino al 5 per cento, ma per alcuni prodotti (wurstel, mortadella) tale indicazione può essere addirittura elusa e potrebbero essere esclusi dagli obblighi di indicazione della quantità d’acqua mentre in tutta Europa circolano liberamente imitazioni low cost del Parmigiano reggiano e del Grana Padano realizzate fuori dall’Italia senza alcuna indicazione della provenienza e con nomi di fantasia che ingannano i consumatori sulla reale origine”. Oltre la metà della spesa – conclude la Coldiretti – è anonima per colpa delle contraddittoria normativa comunitaria che obbliga ad indicare la provenienza nelle etichette per la carne bovina, ma non per quella suina o per i prosciutti, per l’ortofrutta fresca, ma non per quella trasformata, per le uova ma non per i formaggi, per il miele ma non per il latte.