Limbadi, la prima rivolta dopo l’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre del 1943

Artefici della storia sono gli uomini e tocca agli uomini ricostruire i fatti, gli eventi, interpretare i documenti e ricostruire gli avvenimenti. C’è una storia scritta e un’altra che viene raccontata, i cui protagonisti sono ancora testimoni orali, che possono essere considerati come una sorta di archivi viventi. Con le sue estese e ramificate radici la storia ha bisogno di attingere alle diverse fonti sia scritte che orali, fatte di memoria e di documenti, che danno nuova linfa.

Lo dimostra il convegno che si è svolto a Limbadi nei giorni scorsi (sala conferenze del Palazzo municipale) che ha intrecciato il filo che lega la microstoria alla macrostoria. È il caso di Carmine Fusca (che vive nella frazione di San Nicola de Legistis), partigiano in Val di Susa che ha rievocato i principali avvenimenti di questa sua esperienza; egli rappresenta la testimonianza vivente di come la Resistenza abbia coinvolto tutta l’Italia, e molti calabresi sono stati protagonisti combattendo contro i nazifascisti nelle diverse formazioni del Comitato di Liberazione Nazionale, come lo stesso Giulio Nicoletti, comandante della Brigata Garibaldi, fotograto in una celebre fotografia che lo ritrae in prima fila durante la sfilata di Torino del 6 maggio 1945.

La sua vicenda di Carmine Fusca è stata raccontato da Giovanni Curcio (ricercatore storico) il quale ha ricostruito il contesto e il clima in cui si è trovato Fusca a dover operare in un momento così drammatico per l’Italia all’indomani dell’8 settembre, in cui si è consumata una lotta fratricida. Lo stesso partigiano ha rievocato con la passione che lo ha sempre contraddistinto, alcuni episodi, come l’incontro segreto con Giovanni Agnelli avvenuto a Torino e l’azione di sabotaggio che ha salvato alcuni stabilimenti della Fiat, minati da parte dei tedeschi.

Un altro significativo episodio di come l’intreccio tra storia locale e nazionale è evidente, è stato raccontato da Pantaleone Sergi (giornalista e ricercatore storico). Si tratta della prima rivolta subito dopo l’armistizio, i cui protagonisti sono stati i cittadini di Limbadi, che rappresenta la prima rivolta in Italia dopo l’annuncvio dell’armistizio. Sergi ha ricostruito le condizioni socio-economiche e politiche dell’epoca, facendo riferimento a diversi episodi che avevano maturato poi le agitazioni contro i signori e gli amministratori locali legati al regime fascista. Già nel 1930 si era verificato uno “strano” sciopero dei contadini. Un ruolo non indifferente poi, come ha spiegato, lo hanno avuto i confinati politici, che hanno seminato nella popolazione idee nuove, germogliate subito dopo la caduta del fascismo. Ma la causa scatenante è stata la fame, considerando che all’epoca la popolazione era raddoppiata in quanto c’erano circa 2000 sfollati. Altro elemento è stato lo sbarco degli anglo-americani avvenuto il 3 settembre in Calabria. Si tratta, come ha sottolineato Sergi, di “una rabbia sociale che è covata nel tempo per la condizione di indigenza della popolazione di molti paesi calabresi che insorsero contro le autorità fasciste”. La sommossa avvenuta a Limbadi è simbolica: la prima avvenuta all’annuncio dell’armistizio e fu oggetto di un rapporto del 18 settembre di un maggiore inglese. Sergi inoltre ha ricordato un altro episodio che ha occupato il dibattito parlamentare del tempo, avvenuta il 27 gennaio del 1956, con il ferimento di 13 contadini da parte dei carabinieri. Il fatto chiude le lotte contadine e passa alla storia come “sciopero alla rovescia” per le rivendicazioni delle terre.

Il convegno è stato intitolato alla memoria di Pino Destito, scomparso il 28 dicembre dello scorso anno, insegnante e vicesindaco nella giunta dal 2002 al 2007, con sindaco lo stesso Pantaleone Sergi. Quest’ultimo nel suo intervento introduttivo, ha ricordato la figura umana e l’impegno culturale,  sociale e amministrativo di Destito, sempre improntato alla generosità e al bene collettivo. Inoltre Sergi ha spiegato che in realtà il convegno doveva tenersi nella ricorrenza del 70esimo anniversario della rivolta.

Il convegno storico è stato organizzato dall’Istituto calabrese per la storia dell’Antifascismo e dell’Italia contemporanea e dal Centro di Ricerca sulle Migrazioni (nell’occasione è stata presentata la rivista “Calabria migrante”). Si sottolinea inoltre la collaborazione della sezione di Limbadi dell’Auser, rappresentata nell’occasione dal presidente Salvatore Crupi, intervenuto nel corso dell’incontro.