La rivolta di Limbadi del 9 settembre del 1943

Sabato, con inizio intorno alle ore 18,30 (sala conferenze del Municipio), si svolgerà un convegno storico in onore di Pino Destito (insegnante e vicesindaco di Limbadi nell’amministrazione Sergi tra il 2002-2007, scomparso in giovane età il 29 dicembre dello scorso anno). L’incontro avrà come tema “La rivolta di Limbadi del 9 settembre del 1943”, la prima rivolta popolare dopo l’armistizio. Ad organizzarlo il “Centro di ricerca sulle Migrazioni” in collaborazione con la sezione dell’Auser di Limbadi. E’ prevista la partecipazione di Pantaleone Sergi (giornalista e saggista), di Giovanni Curcio (giornalista) e di Salvatore Crupi, presidente Auser, sezione di Limbadi. Al centro del dibattito le ricerche condotte da Sergi su un particolare episodio che ha vissuto la cittadinanza di Limbadi all’indomani dell’armistizio che l’allora maresciallo Badoglio e Vittorio Emanuele III avevano siglato con gli Alleati l’8 settembre del 1943. Una data cruciale per la storia e per le sorti dell’Italia, che dava inizio ad una drammatica fase del conflitto, lacerato nella sua unità territoriale, privo di una guida politica e invaso da due opposti eserciti, dopo che, sia il maresciallo Badoglio che il re Vittorio Emanuele III, fuggirono a Brindisi. Ma quella data rappresenta anche l’inizio della Resistenza (per molti storici si deve considerare come guerra civile), portata avanti da formazioni partigiane che hanno organizzato la lotta di liberazione dall’occupazione nazifascista. In questo contesto si inserisce l’intervento di  Giovanni Curcio, il quale rievocherà l’esperienza del partigiano Carmine Fusca (che vive nella frazione di San Nicola de Legistis) protagonista insieme agli altri partigiani delle azioni in Val di Susa e a Torino e presente nella storica sfilata del 6 maggio del 1945 sempre a Torino, dopo la definitiva liberazione. In diverse occasione Carmine Fusca ha raccontato quello che ha vissuto con grande passione, una passione che a distanza di tanti anni, è ancora viva, come testimonia uno scambio epistolare con Adriana Colla, partigiana ligure che è stata in prima linea negli stessi luoghi e nello stesso periodo, dove ha combattuto Fusca.