Mister preferenze Raffaele Fitto chiede il conto a Silvio Berlusconi

raffaele fittoIl centrodestra italiano vive un momento molto delicato. Mai così debole negli ultimi anni. Mai così diviso e frammentato. Unico comune denominatore la posizione di comando in mano a Silvio Berlusconi. Nonostante la propria situzione personale non al meglio, l’ex Cavaliere è riuscito a mantenere in vita gli azzurri. Forza Italia dopo venti anni rimane al centro delle forze contrapposte alla sinistra. E l’ex Premier riparte a tessere il mosaico. Ha riallacciato i rapporti con la Lega Nord. Lancia un canale di dialogo con l’ex delfino Angelino Alfano e non ha mai trascurato il rapporto con l’Udc di Pierferdinando Casini. Semmai il vero nodo è la questione interna a Fi. “Chiedo quindi a tutti di non proseguire con uno sterile dibattito a mezzo stampa sulle primarie e a non contribuire così all’immagine negativa che i media ostili costruiscono ogni giorno a nostro danno”. E’ stato costretto a ribadire il Presidente del partito.

La polemica è dai toni aspri. Mister preferenze Raffaele Fitto, forte del risultato alle Europee, vuole raccogliere l’eredità del leader, soprattutto ora che Angelino Alfano è fuori gioco. Per farlo “scalpita”. “Quello che fa male al nostro movimento non è il libero dibattito di idee ma la piccola dose quotidiana di falsità e veleni che alcuni mettono in circolo da troppo tempo. Chi discute in modo limpido dovrebbe essere una risorsa, e non un problema” scrive Raffaele Fitto in una lettera aperta a Silvio Berlusconi. “Berlusconi ci stupisca, ora le primarie” incalza l’ex Governatore pugliese. ”Siamo a un crocevia decisivo per il partito. Servono le primarie per dare l’idea chiara che non stiamo operando solo manutenzione dell’esistente, ma la ricostruzione del centrodestra”, dice Fitto. Le primarie dovranno essere ”per tutti gli organismi di partito e successivamente di coalizione, sapendo bene che il leader è e resta Berlusconi. Non dobbiamo aver paura di guardare negli occhi la nostra gente, di tornare tra di loro per convincerli: una classe dirigente, in un momento come questo, deve essere legittimata dal consenso popolare”.