Lupi agguanta l’Ncd. Alfaniani tra Renzi e Berlusconi

Gli alfaniani masticano amaro. Il Pd di Matteo Renzi è autosufficiente. Un 41% per il Premier che, abbinato alla debacle delle opposizioni, e le praterie nel centrosinistra, suona come una sirena d’allarme. La frana fra i grillini, anche nei banchi parlamentari, non è un buon presagio per Alfano e soci. Un 4% raccolto per un soffio in abbinata con l’Udc, significa essere ad un bivio: o svoltare a sinistra nell’abbraccio finale con il Pd oppure chiedere clemenza a Forza Italia, che intanto ricompone il centrodestra ripartendo dal 6% della Lega Nord. Il rischio è che gli alfaniani si spacchino e vadano in ordine sparso. Nel frattempo c’è chi lancia l’opa sul partito. Maurizio Lupi, uno dei tre euroeletti di Ncd, potrebbe optare per Strasburgo, lasciare il dicastero e quindi occuparsi di più del Nuovo Centro Destra. “La decisione non è ancora stata presa, la prenderò nei prossimi giorni insieme al partito” precisa e aggiunge che “sono tutte valutazioni che verranno fatte a partire da domani alle 14.30, ora in cui sono convocati i gruppi parlamentari e poi in seguito con la riunione dell’assemblea nazionale. Insomma faremo una valutazione complessiva”. Maurizio Lupi dovrebbe dedicarsi a tempo pieno di Ncd per provare a depurarlo dal “si signore Presidente” e classificarlo come forza con una propria identità.