Milano, Sopaf arrestati Ruggero, Aldo, Giorgio e Luca Magnoni

79 milioni. Ammonterebbe a tanto la truffa alle casse di previdenza individuata dall’inchiesta condotta dal pm Gaetano Ruta su Sopaf che ha portato a un’ordinanza di custodia cautelare ne confronti di sette persone tra cui i vertici della società, i fratelli Ruggero, Aldo e Giorgio Magnoni, e il figlio di quest’ultimo, Luca. In manette anche Gianluca Selvi, ritenuto il dominus della Hps, il quale si sarebbe appropriato, secondo l’accusa, di 52 milioni di euro, della cassa di previdenza dei ragionieri.

Truffati anche l’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti per sette milioni e l’ente di previdenza dei medici (Enpam) per venti milioni di euro. Secondo gli inquirenti, la società Adenium, controllata da Sopaf, il cui Ad era Andrea Toschi, tramite la controllata lussemburghese Adenium Sicav, avrebbe sottoscritto titoli per 52 milioni di euro gestiti dalla società Hps di Selvi. I soldi sarebbero stati trasferiti tramite società off shore su conti bancari alle isole Bermuda e Mauritius, e sarebbero quindi rientrati in Italia a disposizione di alcuni degli arrestati.

Truffati anche l’Inpgi e l’ente di previdenza dei medici. La Sopaf, che gestiva parte del patrimonio dei due istituti, avrebbe poi acquistato quote del Fondo Immobili pubblici e li avrebbe rivenduti dopo alcuni giorni all’Istituto di Previdenza dei giornalisti e all’Enpam realizzando un profitto illecito. La Guardia di Finanza di Milano ha sequestrato 65 immobili, per lo più nel centro di Milano, riconducibili agli indagati, villette, auto e oltre 250 rapporti bancari.