Riforme, per molti addetti ai lavori l’importante è parlarne

Matteo RenziAbolizione del Senato e dei 316 Senatori; soppressione delle Province; riduzione dei Consiglieri regionali e dei stipendi; chiusura di quattro Ambasciate, cancellazione di enti quale il Cnel; ridurre gli stipendi dei dirigenti delle società statali; riforma elettorale. Provvedimenti che si stanno concretizzando come prospettato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Lo vogliono i cittadini stanchi di doversi ancora accollare l’elevato costo della politica in un Paese la cui disoccupazione giovanile ha raggiunto il 43%. E, prima ancora che Matteo Renzi “impugnasse” la scure per abbattere i costi della politica, tutti i politici di tutti gli schieramenti dichiaravano l’urgenza di tali provvedimenti. aulapiena del senatoDi fronte a ciò che il presidente Matteo Renzi sta facendo, a proposito delle riforme, traspare nuovamente l’intenzione conservatrice di chi non intende perdere in politica posizioni acquisite come se li avesse raggiunti attraverso un pubblico concorso. Non credevano al decisionismo di Renzi ed a gran parte della maggioranza che lo sostiene. Sono rimasti spiazzati ed ora riscoprono nuovamente la vocazione delle enunciazioni e delle lunghe trattative prima di approvare un cambiamento. Traguardo del cambiamento da raggiungere, secondo la “filosofia” di gran parte degli attuali politici, attraverso la composizione di qualche commissione o comitato dei saggi che elabori le varie proposte (abolizione Senato, legge elettorale, stipendio dei dirigenti, abolizione province, ecc.) per poi presentarli alle Assemblee di Camera e Senato affinché ne discutano ed approvino il tutto. In definitiva la solita strategia a lunghissimo termine per lasciare tutto invariato e non fare niente, mentre il Paese è già ai margini del precipizio se non s’interviene in tempo per risanare l’economia. Per il numero due del M5s, Beppe Grillo, gli 80 euro sarebbero voto di scambio. Ha chiesto, Beppe Grillo, ad un lavoratore se questa somma che avrà dall’uno maggio rappresenta ciò che lui dice? Beppe Grillo è a conoscenza che, per la prima volta nella storia lavorativa italiana, sarà concesso un aumento sullo stipendio riducendo il prelievo fiscale della busta paga? Il dado è stato tratto da Matteo Renzi e va nella giusta direzione: meno soldi ai politici, più possibilità di migliorare le condizioni economiche dei milioni d’italiani con la riduzione della disoccupazione. Non è con i provvedimenti che il Presidente Matteo Renzi sta realizzando che è in pericolo la democrazia, l’assenza di democrazia in un qualsiasi Paese deriva dalla mancanza di un’ equilibrata distribuzione della ricchezza. L’abolizione del Senato non implicherà in nessun modo sulla tenuta della democrazia. Ancora meno ne risentirà la democrazia con la riduzione degli stipendi dei manager. Lo svuotamento politico delle Province non provocherà nessun danno alla gestione del territorio. I Sindaci che comporranno il Consiglio avranno una maggiore visibilità su come intervenire, ad esempio, a proposito della rete stradale provinciale. Se quanto sta mettendo in essere con fatica l’ex Sindaco di Firenze si sarebbe fatto negli anni in cui tutti ne parlavano, l’Italia sarebbe stata in grado di potere garantire ai tantissimi giovani una prima occupazione.