Collaboratore descrive il volto di Matteo Messina Denaro detto Diabolik

Dura da 21 lunghi anni la latitanza del Padrino trapanese. Un aiuto per catturalo potrebbe arrivare da un “confidente” che avrebbe incontrato di recente Matteo Messina Denaro. Il boss avrebbe stempiatura più alta con capelli ancora scuri e sarebbe appesantito.

Il nuovo identikit è stato elaborato dagli specialisti del Gico. L’immagine sarebbe stata diffusa alle forze dell’ordine impegnate dal 1993 nella ricerca del Padrino. Messina Denaro non porterebbe occhiali. Le vecchie foto del boss lo immortalavano con grosse lenti. Il boss è affetto da una patologia alla retina che lo ha costretto a recarsi da uno specialista spagnolo. Il medico, che ha una clinica a Barcellona, interrogato dagli inquirenti, confermò la serietà della patologia e ipotizzò che nel frattempo il capomafia fosse diventato cieco da un occhio.

Il boss avrebbe fornito alla reception del centro oftalmico la sua vera data di nascita e rivelato la città di Castelevetrano. Ma avrebbe detto di chiamarsi Matteo Messina, omettendo, dunque, il secondo cognome, Denaro. Fu il pentito, Vincenzo Sinacori, a dire per primo agli inquirenti che il capomafia soffriva della malattia. Il boss gli aveva rivelato che aveva intenzione di andare in Spagna per farsi visitare.

Soprannominato Diabolik per la passione per il famoso personaggio dei fumetti, fa affari con le estorsioni e con gli appalti, ma anche con il traffico di droga e le operazioni imprenditoriali e finanziarie. Secondo gli inquirenti dietro il business dell’eolico in provincia di Trapani ci sarebbero i suoi capitali. Come suoi sarebbero i soldi investiti da prestanomi nella grande distribuzione alimentare. Uno per tutti Giuseppe Grigoli, re dei supermercati Despar di mezza Sicilia a cui sono stati sequestrati beni per 700 milioni di euro. Un tesoro che, secondo gli inquirenti, sarebbe della primula rossa di Castelvetrano.