Restaurato lo Stadio di Domiziano. Visita del sindaco Marino e dell’assessore Barca

Lo Stadio di Domiziano, importante complesso archeologico sotto piazza Navona (vedi le nostre note storiche), è stato completamente restaurato da una società privata e torna bene collettivo dopo anni di degrado e chiusura al pubblico. Hanno visitato il sito, constatando l’entità dei lavori svolti, il sindaco Ignazio Marino, l’assessore alla Cultura Flavia Barca e il sovrintendente capitolino ai Beni Culturali, Claudio Parisi Presicce. L’intervento, concluso lo scorso dicembre, è stato finanziato per un milione 588mila euro dalla MKT S.r.l., vincitrice dell’apposito bando del Campidoglio, e condotto in base alle prescrizioni e ai vincoli della Sovrintendenza comunale che tutela il sito. Il tutto comincia nel 2009 con l’avvio, da parte della Sovrintendenza stessa, del programma di recupero e valorizzazione dei resti dello Stadio, primo del genere in muratura nella storia di Roma; e con il lancio dell’avviso pubblico, alla ricerca di un privato con competenze specifiche nella promozione di attività culturali, in grado di finanziare per intero i restauri.

Come da bando, la società vincitrice ha avuto in cambio – in forma di concessione – la possibilità di gestire eventi e attività nel sito archeologico, sempre ovviamente nel rispetto dei vincoli di tutela e del progetto complessivo; che punta ad esaltare l’immagine e il carattere storico del luogo ampliandone le opportunità di fruizione. Sono state così restaurate le murature romane, è stata ristrutturata l’intera area che fa da contenitore ai resti e, da ultimo, Acea collocherà il nuovo impianto d’illuminazione studiato per sottolineare forme, volumi e percorso di visita. Intanto, sul versante dell’uso, la società che ha avuto in gestione l’area ha già realizzato una serie di infrastrutture e di servizi: punto informativo sull’offerta culturale romana (non solo in campo archeologico); spazio per conferenze, workshop e presentazioni; biblioteca e mediateca sulla storia e il costume dell’Urbe; bagni, magazzini e spogliatoi. Previste a breve mostre d’arte – soprattutto contemporanea e riferita a Roma – e meeting tra imprese.

Il restauro dello Stadio di Domiziano, ha detto il sindaco Marino, è importante in sé – un caso di “riappropriazione, da parte della Roma contemporanea, di un pezzo della sua storia antica” – e come “esempio di collaborazione tra pubblico e privato”. Un terreno che l’amministrazione “sostiene con forza” e su cui è al lavoro “per attrarre fondi e capitali da investire nei beni storici e artistici della città”. Una formula che risponde anche a un’esigenza etica: “preservare, trasmettere e diffondere la ricchezza e la bellezza di un patrimonio che appartiene a tutto il genere umano. Un dovere di tutti, soprattutto nei confronti delle generazioni future”.

L’assessore Flavia Barca si è soffermata su alcune caratteristiche estetiche del lavoro compiuto (lo “splendido lucernario, unico nel suo genere”), ricordando come il luogo fosse “abbandonato in uno stato di degrado inspiegabile al mondo intero, essendo l’area di Piazza Navona una delle mete più frequentate dai turisti e dai cittadini romani”. Anche Barca, infine, ha sottolineato che i restauri costituiscono “chiaro esempio di come il connubio pubblico-privato non solo funzioni, ma renda il nostro immenso patrimonio più fruibile e agibile per tutti, cittadini e turisti”.