Padova, Venezia e Treviso in campo contro il racket degli accattoni
“La lotta non è contro chi ha bisogno, rispetto ai quali Venezia è città all’avanguardia sul fronte dell’accoglienza e della solidarietà, ma contro il racket che dirige un certo sistema di accattonaggio, per il quale non basta il foglio di via, che deve essere nazionale, ma serve la contestazione specifica dell’associazione per delinquere”. Gianfranco Bettin, assessore comunale e da anni impegnato nella lotta contro i mendicanti molesti e organizzati, plaude all’iniziativa che vede fare fronte unico i comuni di Venezia, Padova e Treviso. Credo – gli fa eco il sindaco di Treviso, Giovanni Manildo – sia necessario iniziare a dialogare con il ministero dell’Interno e ragionare su una forma di reato che distingua chi sfrutta l’accattonaggio da chi ne sia la vittima”. Domani ci sarà un ulteriore passo avanti nel progetto “sicurezza metropolitana” con una riunione prima dei sindaci e poi degli assessori di quella che, nelle intenzioni delle tre amministrazioni, dovrebbe essere un’unica città metropolitana. “L’obiettivo – spiega Manildo – è quello di iniziare a coordinare gli interventi in materia di contrasto al fenomeno sull’intera area metropolitana cominciando dall’applicazione condivisa del ‘foglio di allontanamento’ da noi adoperato in ambito urbano in collaborazione con la questura”, sollecitando una discussione su un reato associativo più stringente “per poter perseguire chi organizza e sfrutta reti di mendicanti”. L’appuntamento di domani è parte di un percorso che va avanti da alcune settimane, oggi portato alla ribalta nazionale da “Repubblica”, che ha già visto alcune riunioni e un incontro tra le polizie locali. Le tre città sono governate da giunte di centro sinistra ma Bettin sgombera però il campo davanti a una lettura di primi cittadini “sceriffi”, stile Gianfranco Gentilini d’epoca Lega. “Porto avanti questi discorsi da anni e non sono uno sceriffo – spiega Bettin -. La destra spara sul mucchio, se la prende con tutti i mendicanti, gli immigrati, i tossicodipendenti. La sinistra deve prendere la mira: dobbiamo colpire i comportamenti illegali, il racket e i soggetti che lo gestiscono”. Per Bettin “è inutile dare le multe. Bisogna colpirli nell’agibilità e non con fogli di via per comune, perché se no si spostano in quello vicino”. A dare spinta alla lotta comune ‘PaTreVe’, anche il fatto che nel maggio scorso Venezia aveva intrapreso una dura lotta contro i ‘barbanera’, nomadi di etnia rom, che molestavano il centro storico di Mestre con puntate fino a Venezia. Gli accattoni molesti si erano così spostati a Treviso. E l’aggravante dell’associazione per delinquere? “Non c’è contraddizione rispetto allo spirito di accoglienza e assistenza a chi ha davvero bisogno – spiega Bettin -. Serve per colpire davvero che sfrutta e opprime anche donne e bambini”.