Castellaneta, lite al Cromie gravi Marco D’Andria e Giuseppe Saluto

Secondo la ricostruzione fatta dei Carabinieri i due, a bordo di un’auto, mentre percorrevano la rampa d’uscita del parcheggio del locale sono stati affiancati da una macchina dalla quale sono stati esplosi numerosi colpi di pistola. Saluto è stato raggiunto da cinque proiettili alle gambe e D’Andria è stato attinto al dorso da un colpo che si è fermato vicino alla sua colonna vertebrale. I feriti sono Marco D’Andria, sottocapo della Marina Militare e Giuseppe Saluto, disoccupato, entrambi tarantini, di 25 anni ed incensurati.

I due si erano allontanati qualche minuto prima dalla discoteca in compagnia di altre tre persone, tra cui anche la compagna di D’Andria, dopo aver avuto, secondo gli investigatori, un diverbio con alcune persone in pista. Dalle indagini è emerso che i tarantini sarebbero rimasti coinvolti in una lite mentre ballavano. Pare che tutto sia nato in seguito a qualche spintone di troppo. Durante la contesa, tra uno strattone e l’altro, uno dei feriti avrebbe accidentalmente strappato la maglia all’aggressore scatenando la violenta reazione di quest’ultimo.

I tarantini sarebbero stati circondati da una decina di persone e, per evitare problemi, avrebbero deciso di andare via. Raggiunto il parcheggio si sono rimessi in macchina per tornare a casa. Mentre percorrevano la rampa di uscita si sono accorti di essere tallonati da un’auto. Ne è nato un breve inseguimento che si è concluso con lo speronamento della vettura dei tarantini. Saluto, che era alla guida dell’auto, nel tentativo di sfuggire all’agguato, ha imboccato la prima rampa che ha trovato, finendo però su una complanare buia e deserta. A quel punto, l’aggressore è sceso dall’auto ed ha esploso ben 12 colpi di pistola calibro 7.65 contro la vettura dei tarantini. Saluto è stato raggiunto 5 volte alle gambe, mentre un solo proiettile ha ferito D’Andria alla colonna vertebrale. Illesi gli altri tre passeggeri. Dopo il ferimento l’uomo si è rimesso in auto ed è fuggito.

Sulle sue tracce ci sono i Carabinieri del Reparto operativo di Taranto. Oltre al suo identikit, tracciato dalle vittime dell’agguato, si sa che l’autore del duplice tentato omicidio aveva un marcato accento barese.