Napoli, trentenne segregata da otto anni da sua madre in via Caldieri

Accadeva al Vomero dove la Polizia ha letteralmente liberato la donna di 36 anni, che era tenuta prigioniera dalla madre in un appartamento di 120 mq al civico 141 di via Caldieri. I poliziotti hanno arrestato la madre, 69 anni, della donna per i reati di sequestro di persona aggravato e continuato, lesione personali e maltrattamenti in famiglia. Gli agenti, grazie alla segnalazione di una persona estranea al palazzo, sono intervenuti, insieme ad i vigili del fuoco ed al personale del 118, nell’appartamento di via Luigi Caldieri, di proprietà della mamma. Lei però non abitava con la figlia ma viveva una vita “normale” in un altro appartamento nello stesso quartiere, a poche centinaia di metri dalla prigione in cui aveva costretto a vivere sua figlia. All’interno della “prigione” cumuli di spazzatura ed escrementi in tutta la casa e poi dietro ad un divano c’era la donna per terra, infreddolita, rannicchiata e seminuda, alla ricerca di qualcosa da mangiare. Cercava di riscaldarsi utilizzando un asciugacapelli, le tapparelle di tutte le finestre erano tirate giù e bloccate con dei fermi. Gli operatori del 118 hanno parlato per oltre un’ora con la donna per convincerla ad abbandonare la sua prigione. Alla fine sono riusciti a portarla via. La trentenne è stata ricoverata in ospedale. Subito gli agenti hanno rintracciato la madre nella sua abitazione a pochi isolati di distanza. La donna è stata trovata in possesso delle chiavi dell’appartamento e del tesserino sanitario della figlia. I poliziotti hanno accertato che la madre si recava nel “lager” una-due volte alla settimana lasciando sul pavimento delle buste della spesa per poi andar via chiudendo la porta a chiave. La donna è stata arrestata e condotta al carcere di Pozzuoli. I poliziotti hanno denunciato in stato di libertà anche altre tre persone per il reato di favoreggiamento. Secondo quanto la madre stessa ha raccontato agli agenti, l’ultima volta che la figlia è stata sottoposta a una visita medica risale a sette anni fa. Quando i poliziotti le hanno chiesto perché non si fosse presa cura lei della giovane ha risposto che “mia figlia è allergica ai medicinali”.