La poesia di Palmina Barletta è amore come sogno. La poetessa di Cutro vuol contribuire non all’emancipazione della donna ma della vita

  In presentazione alla sua Opera prima “Sulle ali del tempo”, edita da Carello di Catanzaro nel 2000, scrissi che “mi viene spontaneo chiedere al lettore di rivolgere la sua attenzione alle espressioni che la nostra poetessa offre al mondo per soddisfare l’innato bisogno dell’individuo di comunicare attraverso l’immediatezza del ‘sentimento’, cui si affida per raggiungere una soluzione del proprio equilibrio con la realtà e con se stessa”. Ed ancora. La sua è  una “poesia che ha tanta voglia di dare amore e senso alla vita; una poesia che comunica la gioia di esistere e l’ardente ricerca di comunicazione e di sogni sereni”. Perché la nostra poetessa ha l’obiettivo di “contribuire non all’emancipazione della donna ma della vita”. Come in “Libertà” laddove scrive che la “Libertà è il sole / che sorge / Libertà è il fiore / che sboccia./ Libertà è un bimbo / che nasce. / Libertà è un volatile /in fuga…/ senza essere ucciso”. Perché lei ha “sete di brezza che accarezza il mattino. Sete di sole per il freddo d’inverno. Sete di ombra…sete di quiete…sete di amore per la vita che spira”. La nostra poetessa, che “con la ‘Speranza’ / colora / e la luce ridona; / con le illusioni / cancella / e il sofferente rincuora”, è Palmina Barletta di Cutro, l’amica di sempre e ormai acclarata veterana del pianeta “Poesia”. La sua è poesia – immagine che rincorre una precisa identità con asciuttezza espressiva, come uscita dallo scrigno del cuore, per mostrare una capacità d’amare viva, gioiosa e partecipativa. L’amore, poi, nella sua essenza più viva e più pura, è il motivo dominante di tutto il percorso. L’amore come sogno, speranza e anelito di un’umanità migliore. Palmina sogna perché il suo sogno invita al ripensamento dei valori, alla possibilità di riottenere il senso dell’amore; i suoi versi entrano tra gli anfratti della vita e della natura, non sterili, non futili, non vacui ma ricchi di incontenibile amore. In questi giorni la troviamo, come tante altre volte, ospitata nell’Agenda 2014 “Le pagine del Poeta”, edita dalla Pagine di Roma, antologia dedicata a Virginia Woolf, con la lirica “Caleidoscopio umano” che l’Autrice ha voluto fosse inserita alla pagina del 1 gennaio come auspicio di un nuovo anno all’insegna della serenità, di un nuovo mondo e di una nuova umanità. Leggiamola insieme: “ Profughi / deportati / naufraghi / emigranti / esuli / pellegrini / turisti / vacanzieri / in marcia / o in volo. / In lontananza / un’affissione: / ‘PORTO OASI’. / È un miraggio / o reale VISIONE?”. Una coinvolgente ed inquietante lirica che alla stessa Barletta origina una riflessione che faccio anche mia: “Ogni alba apostrofa infinite geometrie di cielo e la tastiera del tempo raccoglierà il respiro di nuove emozioni.” Ed ancora, sempre per la stessa Editrice, quest’anno la nostra Barletta è ospitata dall’antologia “Attimi” così titolata perché, come scrive Plinio Perilli in prefazione, “la poesia ha bisogno di attimi: li raccoglie, li alleva, li coltiva, li protegge e li chiama: egocentrici o solidali che siano…Mattoni con cui poter erigere poi ogni tempio al Tempo, ogni ostello che svaghi e ritempri i suoi problemi”. Ed è quello che fa Palmina con i quattro componimenti inseritivi che risultano essere sobri, equilibrati, scevri di traboccanti effusioni del cuore e comunque vibranti di palpiti interiori, di incisive immersioni nell’animus della natura e degli uomini: Ieri,oggi,domani; Libertà; Basta poco; Serenità. La poesia della poetessa cutrese è Attimi, attimi d’amore, perché Basta poco per amare e così “pallide innocenze / sbriciolano incerti sorrisi / e con occhi d’attesa / filmano sguardi lontani. // La parola muta…/ si fa nota / e l’eco si propaga / a breve raggio. // La risposta è immediata / e si profila quel viso / farsi goccia…/ d’alba smerigliata!”. Tutta la poesia di Palmina Barletta è animata da una luce interiore, capace di trasmettere l’ispirazione che è il privilegio dell’artista, così da comunicare con disciplina stilistica i fermenti poetici. Ispirazione che si fa vera poesia snodandosi in versi intensi e limpidi.