Presidio dei lavoratori alla Irma di Melfi

“Presso la Zona industriale di San Nicola di Melfi, è scattato il presidio dei 112 lavoratori dello stabilimento Irma (ex Stampiquattro) azienda fornitrice di primo livello dello stabilimento Sata”. Lo rendono noto le segreterie di Fim-Cisl Fiom-Cgil Uilm-Uil Fismic e la Rsu di stabilimento.

“I lavoratori – è scritto in una nota – sono in sciopero da venerdì 10 gennaio scorso, hanno deciso di prolungare il presidio fino a quando non ci saranno novità tali da sbloccare la situazione attuale. Le motivazioni di tali decisioni sono scaturite dopo l’annuncio degli investimenti a Melfi, fatte da Sergio Marchionne nel dicembre 2012, si pensava che per tutte le aziende dell’indotto fossero garantiti i livelli occupazionali già messi a dura prova dalla crisi e dalla perdita della produzione del modello Y trasferito prima a Termini Imerese e successivamente in Polonia. In realtà le nuove commesse per la produzione di Jeep e Fiat 500 X non coinvolgeranno anche la catena di montaggio Irma e di conseguenza le maestranze temono di non avere futuro occupazionale. Da qui la decisione di bloccare la produzione, avviare il presidio e chiedere che gli interlocutori: Fiat ed Acm trovino una giusta soluzione per tutti i 112 lavoratori dell’azienda”.

“Nel corso dell’assemblea – continua la nota – le organizzazioni Sindacali Fim-Cisl, Uilm-Uil, Fiom-Cgil e Fismic-Confsal congiuntamente alla Rsu hanno fatto il punto della situazione sottolineando la contraddizione che si è venuta a creare presso l’azienda Irma, ma che coinvolge anche le altre aziende dell’indotto Sata, nel mentre nello stabilimento Sata si è pronti a lanciare nuovi modelli (Jeep e 500x) e si continua a produrre la Grande Punto, nell’indotto si perdono posti di lavoro. Le organizzazioni sindacali – conclude la nota – ribadiscono che bisogna affrontare le ‘Vertenze dell’indotto Acm’ nel suo complesso con l’intervento diretto della stessa Fiat nell’assegnazione delle nuove commesse con l’obbiettivo di garantire il mantenimento di tutti i livelli occupazionali”.