Parma, 4 giorni su 7 fuori norma Pm10

“Su 7 giorni del nuovo anno, 4 sono stati a Parma con un livello di polveri sottili fuori norma. Ieri le Pm10 sono tornate a bussare alla porta del bacino padano. Ormai la norma è non essere a norma e il rischio è quello di farci l’abitudine. In regione 4 province su 7 superano i limiti, Parma, con 58 microgrammi per metro cubo di aria, è terza dopo Rimini (66) e Forlì (59).

La città ducale si conferma come il peggiore capoluogo della regione come qualità dell’aria. Primi nel 2011 (93 superamenti annuali), ancora primi nel 2012 (record di 115 superamenti, un anno particolarmente nero), primi ancora nel 2013 con 80 superamenti nel corso dell’anno, con il picco di dicembre che ha visto un periodo di 26 giorni tutti segnati da un inquinamento non consentito dalla legge.

Produciamo un inquinamento atmosferico eccessivo e fuori regola. Questo è un dato di fatto. Non rispettiamo i limiti imposti dalla legge e dalle normative europee che prevedono invece che i paesi membri adottino tutte le misure necessarie a far calare la pressione ambientale perché ormai è certo che l’inquinamento dell’aria sia correlato direttamente con la malattia.

Lo Iarc nell’ottobre 2013 ha classificato le polveri sottili come sostanze certamente cancerogene. Da quel momento è stata messa la parola fine a tante dichiarazioni azzardate pronunciate a difesa di progetti che niente avevano a che fare con la difesa dell’ambiente. L’inceneritore di Parma era presentato come impianto ad impatto zero.

Addirittura c’è stato un assessore all’ambiente che in un incontro pubblico sostenne che l’incenerimento dei rifiuti non comportasse la produzione di diossina.

Un altro, responsabile addirittura di un’Arpa, l’agenzia regionale protezione ambientale, dichiarò che il fumo dei camini era vapore acqueo.

Poi il presidente di una multiutility che consigliava l’acquisto di immobili nei dintorni dell’inceneritore, perché visto che puliva l’aria, attorno all’impianto sarebbe fiorito un nuovo boom immobiliare.

Viene da sorridere ma l’amarezza prevale.

Il 19 gennaio l’inceneritore di Parma entrerà nella sua fase di esercizio.

Noi diciamo finalmente perché da 6 mesi non è dato sapere cosa stia succedendo ad Ugozzolo, con una linea perennemente spenta, l’altra che funziona a singhiozzo e va in ferie a Natale, rifiuti radioattivi bloccati all’entrata dell’impianto, il teleriscaldamento che non è dato sapere se sia stato connesso o meno, il destino ignoto delle ceneri di fondo e di quelle volatili.

La chiarezza e la trasparenza promesse in fase di progetto fanno ancora parte delle letterine a Babbo Natale ancora inevase”.

E’ quanto scrive in una nota l’Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma-GCR.