Nel 2013 sono state 239 le denunce per abuso edilizio sul territorio riminese

Il bilancio dell’anno 2013 dell’attività di contrasto al fenomeno dell’abusivismo edilizio sul territorio provinciale da parte dei Comuni ha prodotto complessivamente (dati provvisori) 239 denunce all’Autorità inquirente competente- trasmesse alla Regione Emilia Romagna e alla Provincia di Rimini-, tra segnalazioni di irregolarità in materia edilizia e istanze di demolizione di manufatti non autorizzati. Si tratta di un numero lievemente inferiore con quello dell’anno 2012 e 2011, quando le denunce arrivarono nell’arco dei 12 mesi rispettivamente a 244 e 249 ma in crescita rispetto al 2010 allorché le segnalazioni di abuso edilizio si fermarono a 191. Più nel dettaglio, nel 2013 sono state 120 le segnalazioni nel Comune di Rimini (145 nel 2012). Diciotto le denunce a Riccione contro le 27 totali dell’anno precedente. Seguono Bellaria Igea Marina (18), San Giovanni in Marignano (14), Santarcangelo con 13, Saludecio con 11, Montecolombo con 7, Cattolica con 6, Coriano con 5, Montefiore, Novafeltria e Verucchio con 4.

“Il triennio 2011/2013 ha visto una stabilizzazione del dato sulle denunce degli abusi edilizi, dopo il sensibile salto in avanti registrato tra il 2010 e l’anno successivo – commenta l’Assessore all’Urbanistica, Vincenzo Mirra -. Prosegue sicuramente da parte di diversi Comuni attenzione sul tema dei controlli e di quella attività ispettiva di contrasto a un problema complesso e storico. E’ proprio questa sensibilità a dimostrare, da un verso, come la crisi gravissima che ha colpito l’edilizia ‘sana’ non stia aggredendo allo stesso modo la pratica dell’illegalità. D’altro canto è oggettiva la constatazione che gineprai burocratici, competenze amministrative sovrapposte e anche stagnazione della pianificazione urbanistica, sospesa tra vecchio e nuovo, alimentino indirettamente ‘l’industria dell’abuso’. In questo senso non si può negare che legge regionale 20 del 2000 e PTCP 2008, due strumenti pianificatori all’avanguardia e connessi tra loro, non abbiano compiutamente spiegato la loro azione innovatrice, inizialmente condivisa unanimemente, a causa di crisi e anche ripensamenti. Sono convinto che la strada per combattere la cultura dell’abusivismo edilizio non passi esclusivamente dai controlli di polizia, ma passi in gran parte dalla piena attuazione di una pianificazione che dal PTCp ai Piani strutturali comunali, oltre a garantire la tutela del territorio, dia regole e tempi certi a tutti nel nome della qualità e della rigenerazione piuttosto che del consumo di altri metri quadrati”.